Tribunale toglie affido a madre alienante di Roma – 7.10.19

Non ha avuto spazio sui media nazionali, tuttavia la vicenda si può ricostruire grazie alla pagina Facebook della madre che ha scelto di pubblicare un estratto del decreto del Tribunale dei Minori di Roma. Un bambino di nove anni dovrà essere allontanato dalla madre che lo avrebbe condizionato a rifiutare il padre. Il bambino sarà affidato al padre e potrà continuare vedere la madre in incontri protetti ogni quindici giorni.

Non si tratta dell’unico caso del 2019, ma per la prima volta il padre viene assistito concretamente nel suo tentativo di riattivare la relazione con il figlio alienato. Infatti, invece di collocare il bambino in una struttura per minori per poi aspettare che spontaneamente accetti di rivedere il padre (come si è già fatto in passato in altri casi simili) questa volta il Tribunale indica la casa del padre e impone ai servizi sociali di assisterlo nella prima fase di inserimento. Secondo il decreto un educatore dovrà essere presente 24 ore al giorno. E questo fa capire che si vuole evitare il rischio che il bambino possa creare problemi ingestibili o addirittura fuggire (magari su suggerimento di qualcuno pronto ad aiutarlo). Se il collocamento presso il padre dovesse risultare eccessivamente difficoltoso è previsto una specie di Piano B, con il collocamento temporaneo presso una casa famiglia.

Notizie di questa vicenda si possono trovare su Internet già a partire dalla fine del 2018. La madre ha avuto l’appoggio dei soliti gruppi che negano l’alienazione parentale. Addirittura in concomitanza con il decreto di allontanamento la senatrice Valeria Valente del PD, Presidente delle Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, ha twittato minacciando un suo intervento di approfondimento della vicenda.

Ma c’è una nota stonata in tutta questa storia. I sostenitori della madre si scagliano contro la consulenze psicologiche che ha accertato lo stato di manipolazione psicologica del bambino. Ma che cosa hanno detto gli stessi sostenitori su altre consulenze psicologiche, quelle fatte sui bambini di Bibbiano? Valeria Valente ha per caso approfondito il caso con la sua Commissione? Niente, il nulla più assoluto.

Quindi, queste persone, da un lato sono certe che i consulenti del Tribunale dei Minori di Roma hanno male operato per l’abuso psicologico su questo bambino, ma contempooraneamente pretendono il più assoluto garantismo per le consulenze fatte dagli psicologi del caso Bibbiano. Eppure gli psicologi di Bibbiano sono stati intercettati e sulla base delle intercettazioni è stata avviata una indagine penale. Invece su quelli del Tribunale dei Minori di Roma non c’è nessuna prova che abbiano male operato.

E che differenza c’è tra gli psicologi di Bibbiano e quelli di questo caso di Roma? Gli psicologi di Bibbiano cercavano di manipolare psicologicamente i bambini per convincerli  di aver subito abusi da parte di un genitore. Invece quelli di Roma avrebbero accertato che la madre aveva manipolato psicologicamente il figlio per convincerlo a rifiutare il padre.

Quindi, ricapitolando, per i negazionisti dell’alienazione parentale, ci sono due pesi e due misure: gli psicologi che riconoscono abusi psicologici da parte di una madre per allontanare il figlio dal padre sono sempre certamente inattendibli; altri psicologi che hanno manipolato psicologicamente bambini per allontanarli dai genitori sono invece innocenti fino a prova contraria (forse perchè potrebbe trattarsi di una montatura e si deve attendere l’esito delle indagini).

Il filo rosso che lega questo strano cortocircuito è chiarissimo, il metodo di Bibbiano è lo stesso dell’alienazione parentale. Chi manipola psicologicamente i bambini nega risolutamente che ciò sia possibile, o che ciò sia mai avvenuto, per poterli manipolare indisturbato.

Del resto, anche il folle nazista che voleva compiere un massacro nella sinagoga di Halle ha pubblicato un video sul fatto che lo sterminio degli ebrei non sarebbe mai avvenuto. Aveva una bella faccia tosta: siccome non sarebbe avvenuto, lo voleva fare lui stesso.

 

12 ottobre 2019

Il file pdf estratto della sentenza: roma_7.10.19.pdf

roma_7.10.19.pdf

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3 Comments

  1. batman

    Rispetto alle obiezioni logiche fatte da Ricciocorno nel suo blog al link segnalato sopra, la risposta potrebbe essere questa: se si indagasse con intercettazioni ambientali massicce nei casi di alienazione parentale come si è fatto con gli psicologi di Bibbiano, si scoprirebbero delle cose anche più agghiaccianti… Ma non serve perchè la maggior parte dei genitori alienanti si auto-accusano. Ad esempio: non portano i figli agli incontri con l’altro genitore adducendo malattie che stranamente si ripetono sempre in quei giorni. Oppure lasciano che i figli chiamino il padre con il cognome per marcare il loro disprezzo, o addirittura con epiteti tipo “quello stronzo”. Professano candidamente di non poter influire su questi comportamenti dei figli perchè “rispettano le loro scelte”. Ci fermiamo qui, ma gli addetti ai lavori potrebbero citare centinaia di indizi della manipolazione psicologica in atto desumbili dal comportamento del genitore alienante. Ci sono anche sentenze reperibili su Internet come quella della Corte di Appello di Brescia per il caso di Cittadella che elencano minuziosamente le condotte del genitore alienante che hanno fatto decidere i giudici che era in atto una manipolazione psicologica. Senza necessità di intercettazioni.

    I giudici penali del caso Bibbiano hanno pensato bene di andare sul sicuro e hanno trattato gli indagati come se fossero ndranghetisti intercettandoli. Ma per i genitori alienanti non serve…

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