L’alienazione genitoriale, che colpisce bambini coinvolti in separazioni conflittuali, è un problema recente quanto il fenomeno delle separazioni, ed è descritto con questo nome per la prima volta solo nel 1984. Benché esista l’esigenza di proteggere fin da subito i bambini, tuttavia psicologi e psichiatri preferiscono procedere con i piedi di piombo prima di darne un riconoscimento ufficiale nel DSM, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Il DSM comunque non è l’autorità ultima sulla scientificità delle teorie, ma solo uno strumento che serve a garantire uniformità di linguaggio nelle diagnosi psichiatriche.
C’è una controversia su come l’alienazione genitoriale debba essere classificata:
- come sindrome (PAS, come sostengono Gardner et al.),
- come disturbo (PAD, come sostengono Bernet et al.),
- come problema relazionale (come sostengono altri)
- o se se si debbano attendere ulteriori conferme scientifiche.
Come nel caso dell’omosessualità, prima inclusa e poi esclusa dal DSM, la questione travalica l’oggettività scientifica e diventa politica, con forti gruppi di pressione di genitori alienanti sostenuti da associazioni femministe che tentano di opporsi alla protezione dei bambini dall’alienazione genitoriale.
Nel maggio 2013 è uscita la nuova edizione del DSM e si è potuto finalmente verificare che contiene la descrizione del fenomeno della PAS, come spiega il prof. Bernet in questa intervista.
Questo indubbio successo è stato ottenuto grazie all’iniziativa lanciata da Bernet nel 2010 con la pubblicazione dell’articolo di cui qui pubblichiamo alcuni estratti tradotti in italiano. La versione originale è stata pubblicata su The American Journal of Family Therapy, Volume 38, Issue 2 March 2010 , pages 76 – 187 (link alla scheda bibliografica) (testo completo).
Parental Alienation, DSM-V, and ICD-11
WILLIAM BERNET
Department of Psychiatry, Vanderbilt University School of Medicine, Nashville, Tennessee, USA
WILFRID VON BOCH-GALHAU
Private Practice, Würzburg, Germany,
AMY J. L. BAKER
Vincent J. Fontana Center for Child Protection, New York, New York, USA
STEPHEN L. MORRISON
Houston Police Department and Departments of Criminal Justice and Social Science,University of Houston-Downtown, Houston, Texas, USA
Riassunto
L’alienazione genitoriale è un grave fenomeno che i professionisti della salute mentale debbono conoscere e capire, specialmente quelli che lavorano con bambini, adolescenti, adulti divorziati ed adulti che da bambini hanno vissuto il divorzio dei loro genitori. Definiamo l’alienazione genitoriale come una condizione mentale in cui un bambino — solitamente coinvolto in una separazione conflittuale fra i genitori — si allea fortemente con un genitore “preferito” e rifiuta l’altro genitore “alienato” senza legittima giustificazione. Questo processo porta ad un tragico esito quando il bambino ed il genitore alienato, che in precedenza avevano una sana relazione di affetto reciproco, perdono la gioia di quella relazione per molti anni a venire e forse per tutta la loro vita. Gli autori di questo articolo ritengono che l’alienazione genitoriale non sia una aberrazione minore nella vita di una famiglia, ma una seria condizione mentale. Il comportamento disadattato del bambino — rifiutare di vedere uno dei suoi genitori — è causato dalla falsa credenza che il genitore alienato sia una persona pericolosa o da evitare. Stimiamo che circa l’1% dei bambini ed adolescenti negli Stati Uniti siano colpiti dall’alienazione genitoriale. Quando il fenomeno è correttamente riconosciuto, questa condizione può essere in molti casi prevenuta e trattata. Numerose ricerche, pubblicazioni scientifiche, capitoli e libri hanno trattato l’alienazione genitoriale. Sebbene abbiamo identificato contributi professionali da 27 paesi nei 6 continenti, siamo d’accordo che ulteriori ricerche debbano investigare questa grave condizione mentale che colpisce centinaia di migliaia di bambini e le loro famiglie. È venuto il momento che il concetto di alienazione genitoriale sia incluso nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, 5a edizione (DSM-V), e nella Classificazione Internazionale delle Malattie, 11a edizione (ICD-11).
Introduzione
C’è ormai un considerevole interesse internazionale sulla proposta che l’alienazione parentale venga inclusa nei sistemi diagnostici per le condizioni psichiatriche. Con riguardo al Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition (DSM-V) un gruppo di professionisti della salute mentale e di professionisti legali sono stati invitati a inviare una proposta al gruppo di lavoro DSM-V “Disorders in Childhoodand Adolescence”.
La proposta “Parental Alienation Disorder and DSM-V,” è stata inviata al gruppo di lavoro nell’agosto 2008. La proposta formale dell’agosto 2008 includeva più di 50 riferimenti e citazioni dalla letteratura sulla salute mentale e oltre 90 riferimenti dalla letteratura legale di tutto il mondo. Gli autori concludevano che la varietà di queste pubblicazioni supportava la proposta che il concetto di alienazione parentale è generalmente accettato dai professionisti della salute mentale e dalla professione legale. La proposta dell’agosto 2008 è stata pubblicata sulla rivista American Journal of Family Therapy (Bernet, 2008).
Dopo aver revisionato la proposta formale del 2008 Daniel Pine, M.D., il presidente gruppo di lavoro “Disorders in Childhood and Adolescence” ha risposto che la proposta non conteneva sufficienti informazioni sulla validità dell’alienazione parentale come distinta condizione mentale, sull’affidabilità dei suoi criteri diagnostici e sulla diffusione di questa condizione.
Il dottor Pine ha fornito critiche costruttive agli autori della proposta ed ha suggerito loro di cercare altro materiale o condurre direttamente ulteriori ricerche sulla materia.
Il dottor Pine ha dichiarato che il gruppo di lavoro avrebbe favorevolmente preso in considerazione queste ulteriori ricerche nel preseguo dei suoi lavori decisionali sulle parti relative all’infanzia e l’adolescenza del DSMV.
Per quanto riguarda l’International Classification of Diseases, Eleventh Edition (ICD-11) della World Health Organization, c’è un considerevole interesse nel coordinare per quanto possibile il contenuto del DSM-V con quelli del ICD-11- Tenuto conto di ciò, gli autori sono stati invitati a inviare una proposta relativa alla alienazione parentale al WHO International Advisory Group for the Revision of ICD- 10 Mental and Behavioural Disorders.
Il presente documento —“Parental Alienation, DSM-V, and ICD-11”— è stato inviato sia alla DSM-V Task Force che al ICD-11 International Advisory Group. Il presente documento è basato sulla proposta dell’agosto 2008 “Parental Alienation Disorder and DSM-V,” ma è più lungo e molto più dettagliato. Il presente documento contiene molte più informazioni sulla validità, affidabilitù e diffusione dell’alienazione parentale. Include inoltre una completa bibliografia internazionale sull’alienazione parentale con più di 600 citazioni. […]
Rassegna della letteratura scientifica in Italia (pagine 115-116)
Diversi professionisti nel campo della salute mentale in Italia hanno pubblicato articoli, capitoli di libri e libri in materia di alienazione genitoriale. Sembra che la prima a scrivere sulla PAS nella letteratura professionale italiana sia stata Isabella Buzzi, PhD, che insegna all’Università Cattolica di Milano. Buzzi ha contribuito ad un capitolo sulla PAS in un libro intitolato “Separazione, divorzio e affidamento dei figli” (Buzzi, 1997). L’anno successivo Guglielmo Gulotta ha pubblicato La sindrome di alienazione genitoriale: definizione e descrizione” (Gulotta 1998).
Uno psicologo, Roberto Giorgi, ha scritto parecchi testi sulla alienazione genitoriale, tra cui una monografia,
“Le possibili insidie delle Child Custody Disputes: introduzione critica alla sindrome di alienazione parentale di Richard Gardner” (Giorgi 2005).
Mario Andrea Saluzzo, uno psicologo e psicoterapeuata, ha recensito e riassunto l’opera di Gardner sulla PAS e applicato il concetto a diversi casi in Italia. In un articolo Saluzzo conclude: “Per un intervento terapeutico è necessario che i legali e i consulenti operino in sinergia. Solo una chiara e decisa azione giudiziaria finalizzata a scoraggiare ogni tentativo di sabotaggio da parte del genitore alienante può garantire un buon margine di successo per la terapia psicologica o per la mediazione familiare” (Salluzzo, 2006).
Nel 2005 un intero numero della rivista professionale “Maltrattamento e abuso all’infanzia” è stato dedicato alla PAS.
Gli articoli includevano “La sindrome di alienazione genitoriale (PAS): Studi e ricerche” (Malagoli Togliatti e Franci, 2005) “La sindrome di alienazione genitoriale (PAS): Epigenesi relazionali” (Malagoli Togliatti and Lubrano Lavadera, 2005). Marisa Malagoli Togliatti è professore di Psicodinamica dello sviluppo infantile e relazioni familiari presso l’Università la Sapienza di Roma.
Un recente libro è uscito in Italia sotto il titolo “La sindrome di alienazione parentale (PAS): Lavaggio del cervello e programmazione dei figli in danno dell’altro genitore”
Gli autori sono Guglielmo Gulotta, uno psicologo, avvocato e professore di psicologia forense all’Università di Torino; Adele Cavedon, ricercatrice al Dipartimento di psicologia dell’Università di Padova e Moira Liberatore, una psicologa, mediatrice e lettore dell’Università di Torino. Gli autori offrono una completa e sistematica descrizione della PAS e delle sue manifestazioni, generalmente basandosi sull’opera di Gardner, discutendo la diagnosi differenziale di PAS e tematiche correlate quali le false memorie e i disordini by proxy.
Gli autori hanno sviluppato un metodo per identificare il comportamento alienante per mezzo di microanalisi delle interazioni comunicative e analisi psicololinguistica. Questo metodo include l’analisi del dialogo tra il genitore alienante e il bambino. Gli autori intendono così “provvedere ai vari tipi di consulenti che possono imbattersi in questa condizione precise indicazioni per riconoscerla, diagnosticarla e prenderla in carico” (Gulotta e altri 2008). […]
Discussione di come l’alienazione parentale e la PAS sono state prese in considerazione da Organizzazioni ufficiali di professionisti in USA (pag 130-132)
AMERICAN ACADEMY OF CHILD AND ADOLESCENT PSYCHIATRY
Nel 1997 la American Academy of Child and Adolescent Psychiatry (AACAP) ha pubblicato il documento “Practice Parameters for Child Custody Evaluations.” Questo documento che costituiva una “AACAP Official Action,” faceva esplicitamente riferimento alla alienazione parentale e sosteneva “Ci sono momenti nel corso di una disputa sull’affidamento in cui un bambino può diventare estremamente ostile nei confronti di uno dei suoi genitori.
Il bambino non trova nulla di positivo nella relazione con lui (o con lei) e preferisce non avere altri contatti.
Il consulente deve valutare questa apparente alienazione e formulare un’ipotesi sulle sue origini e significato. Qualche volta i sentimenti negativi verso un genitore sono catalizzati e rafforzati dall’altro, altre volte sono il risultato di seri problemi nella relazione con il genitore rifiutato (American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, 1997b).
LICENSED CLINICAL SOCIAL WORKERS
Nel 2005 Virginia H. Luftman, MSW, e le sue colleghe hanno pubblicato il documento “Practice Guidelines in Child Custody Evaluations for Licensed Clinical Social Workers.”
Queste linee guida trattano molti argomenti tra cui considerazioni etiche, la relazione genitore-figlio, gli stile genitoriali, le questioni di genere, il conflitto genitoriale e l’alienazione parentale. Dopo aver spiegato la definizione di PAS di Gardner gli autori sostengono: “Anche se c’è un consenso professionale implicito sul fatto che un genitore abbia la capacità di influenzare negativamente i figli contor l’altro genitore, c’è che non classifica questo rifiuto come “sindrome”…. In ogni modo, è importante per il valutatore osservare il grado di accettazione di ciascun genitore rispetto al bisogno del bambino di bi-genitorialità e la loro consapevolezza dell’importanza dell’attaccamento di un bambino all’altro genitore. Ogni tentativo di uno dei genitori di distruggere la relazione del bambino con l’altro genitore deve essere accuratamente annotato e incluso nel rapporto al tribunale competente.
AMERICAN PSYCHOLOGICAL ASSOCIATION
La American Psychological Association ha affrontato il tema dell’alienazione parentale in numerose occasioni.
Nel 1994 la American Psychological Association “ ha pubblicato il documento “Guidelines for Child Custody Evaluations in Divorce Proceedings.”
Il testo delle linee guida non fa riferimento esplicitamente all’alienazione parentale, ma semplicemente stabilisce che la valutazione psicologica dovrebbe includere “una valutazione dell’interazione tra ogni adulto e il bambino” (American Psychological Association, 1994).
Tuttavia gli autori delle linee guida fornivano una bibliografia molto selettiva (39 referenze) di “letteratura pertinente”, che includeva “The Parental Alienation Syndrome” e due altri libri di Richard Gardner, che includevano la trattazione della PAS.
Nel 2009 la American Psychological Association ha pubblicato una revisione del documento del 1994 intitolata “Guidelines for Child Custody Evaluations in Family Law Proceedings” (American Psychological Association, 2009). Il documento del 2009 cita svariati principi generali per le perizie forensi, come ad esempio “Lo scopo della valutazione è contribuire a individuare il migliore interesse psicologico del bambino” —ma non affronta specifiche metodologie e tematiche da prendere in considerazione nel corso della valutazione stessa.
Nel 1996 la American Psychological Association Presidential Task Force on Violence and the Family ha pubblicato un rapporto nel quale gli autori esprimevano la preoccupazione che le consulenze d’ufficio in materia di alienazione parentale potessero essere usate male. Il rapporto sosteneva che “I tribunali competenti sulla materia famigliare spesso non prendono in considerazione la storia di violenza tra i genitori nel decidere sull’affidamento e sulle regole di visita. In questo contesto il genitore vittima della violenza può essere in posizione di svantaggio e comportamenti che sarebbero ragionevoli come difesa da un abuso, possono essere malinterpretati come segni di instabilità. I consulenti incaricati di valutazione psicologica non formati in materia di violenza familiare possono contribuire a questo processo ignorando o minimizzando la violenza attribuendo inappropriate etichette patologiche alle reazioni delle donne a una cronica vittimizzazione. Termini quali “alienazione parentale” possono essere usati per incolpare le donne della ragionevole e comprensibile paura dei bambini nei confronti del padre violento (American Psychological Association, 1996, p. 100).
Nel gennaio del 2008 la American Psychological Association ha aggiornato le affermazioni di cui sopra nel modo seguente: “La American Psychological Association non ha una posizione ufficiale sulla “alienazione parentale”. Questo concetto è stato usato nei casi di conflitto sull’affidamento dei figli ed è oggetto di un significativo dibattito. Mentre può accadere che in certi divorzi i bambini divengano ostili nei confronti del genitore non affidatario per varie ragioni, non c’è evidenza nella letteratura psicologica di una “sindrome da alienazione parentale” diagnosticabile (American Psychological Association, 2008).
Il problema con queste succinte affermazioni della American Psychological Association è che sono ambigue e probabilmente fuorvianti proprio per la loro brevità.
Sono ambigue per le seguenti ragioni:
(1) Queste affermazioni sembrano fare riferimento espressamente alla sindrome da alienazione parentale (cioè, comprendente sia il genitore alienante che tutti gli otto sintomi descritti da Richard Gardner) e non alla più generale nozione di alienazione parentale. C’è molta più evidenza a supporto dell’esistenza della alienazione parentale che della PAS come sindrome.
(2) Nel riferimento alla diagnosticabilità gli autori della American Psychological Association non distinguono tra la diagnosi di un “disturbo mentale” e la diagnosi di un “problema relazionale”. Come si è mostrato precedentemente in questo stesso articolo, ambedue queste entità sono diagnosi nel DSM, anche se i criteri per definire un problema relazionale sono molto meno restrittivi di quelli del disturbo mentale.
(3) E’ difficile capire che cosa questi autori intendevano quando semplicemente affermavano “Non c’è evidenza nella letteratura psicologica…”. Come dimostra questo articolo esiste una gran numero di ricerche qualitative e un modesto numero di ricerche quantitative che riguardano sia l’alienazione parentale che la PAS come sindrome pubblicate su riviste scientifiche peer-review su libri e in capitoli di libri. Comprendiamo bene che si possa obiettare che non c’è abbastanza ricerca quantitativa per far prendere in considerazione la PAS come un disordine mentale nel DSM (un obiettivo che richiede il raggiungimento di una soglia piuttosto alta). Tuttavia c’è abbondanza di ricerche qualitative e quantitative sufficiente perchè l’alienazione parentale possa essere considerata un “problema relazionale” (un obiettivo questo con una soglia abbastanza bassa).
Le affermazioni del 1996 e del 2008 della American Psychological Association non affrontano nessuna di questi dettagli significativi e non sono di particolare aiuto nella discussione se l’alienazione parentale debba essere inclusa nel DSM-V. […]
Conclusioni e raccomandazioni
L’alienazione parentale colpisce migliaia di bambini negli USA e un numero proporzionale nel resto del mondo. L’alienazione parentale è stata riconosciuta da migliaia di professionisti della salute mentale e della professione forense. È trattata da migliaia di psicologi, psichiatri assistenti sociali e consulenti familiari. Non c’è dubbio che l’alienazione parentale è riconosciuta dalla vasta maggioranza dei professionisti della salute mentale che lavorano con i bambini di genitori divorziati. Non c’è dubbio che si tratta di una realtà diagnostica reale. Non c’è dubbio che in certe circostanze il concetto di PAS è stato male utilizzato da genitori abusanti e avvocati senza scrupoli. Non c’è dubbio che dovrebbe esserci ulteriore ricerca su questo tema. Non c’è dubbio che vanno stabiliti criteri diagnostici in modo che possano essere svolte ricerche più sistematiche e il cattivo uso possa essere minimizzato. Noi chiediamo che i criteri diagnostici per il disturbo da alienazione parentale siano inclusi nel DSM-V e nel ICD-11. Relativamente al DSM-V, proponiamo che il testo nell’appendice A (relativo al disturbo da alienazione parentale) sia incluso nella parte del volume che riguarda i disturbi mentali oppure che il testo nella Appendice B (relativo al problema relazionale da alienazione parentale) sia incluso nella discussione dei problemi relazionali. Rispetto al ICD-11 noi proponiamo che il testo nell’appendice A (relativo al disturbo da alienazione parentale) sia incluso nella sezione del Capitolo V intitolata “Behavioural and emotional disorders with onset usually occurring in childhood and adolescence” oppure che il testo nella Appendice B (relativo al problema relazionale da alienazione parentale) sia incluso nella sezione del capitolo XXI intitolata “Problems related to negative life events in childhood”. Il disturbo da alienazione parentale dovrebbe essere riconosciuto come una seria condizione che colpisce migliaia di bambini e famiglie in tutto il mondo.
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Lino
I am a father of 2 kids. From some months i am living severe parental alienation sindrome in my daughter of 9 y. I live in Italy..what do u suggest me.thanks..best regards,Nic
Ernesto
Unfortunately the Italian system is slow. Some sentences that we collect are going in the right direction; but some judges might not have to courage to protect a child from an alienating mother
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batman
Per una trattazione organica del tema vedi anche:
http://www.alienazionepar.altervista.org
L’Apa decide di non includere il disturbo da alienazione parentale nel DSM-5 « Bigenitorialità e Dintorni
[…] proposta Bernet [QUI nella versione integrale in inglese ndb] alla task force che si occupa del DSM-5 definisce il […]
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Dsm-5 e PAS
[…] un interessante articolo in inglese, mentre qui la traduzione non […]
Bibliografia sull’alienazione parentale – www.alienazioneparentale.it | Alienazione Genitoriale
[…] dell’alienazione parentale era quella allegata all’articolo di William Bernet “Parental Alienation, DSM-V and ICD-11“, con 623 titoli, che abbiamo pubblicato anche su questo blog a questo […]
franco simeone
Perhaps it would be better to speak of attachment which is a recognized theory.
Forse sarebbe meglio parlare di attaccamento che è una teoria consolidata.