E’ in Spagna con il padre, bimbo conteso.
Da dicembre non lo fanno rientrareSono sempre più numerosi i casi in cui i minori vengono contesi tra genitori italiani e stranieri: un fenomeno che costituisce una vera e propria emergenza sociale. L’eliminazione delle frontiere, prevista dagli accordi di Schengen, e la libera circolazione delle persone negli Stati membri hanno portato con sé un aumento delle cosiddette coppie miste. Un elemento determinato da una nuova apertura sul mondo, certamente, eppure capace di promuovere incomprensioni e nuove diffidenze. Ed è proprio partendo da questo complesso quadro che si inserisce la storia di una giovane madre di Sersale coinvolta in una vicenda di presunta sottrazione internazionale di minore. Il bambino oggetto della contesa, nato in un’isola delle Canarie da padre tedesco e madre italiana, viene trattenuto in Spagna, luogo di residenza paterna, ormai dal 14 dicembre scorso. Il “piccolo T.”, in custodia esclusiva alla madre naturale, avrebbe dovuto trascorrere una settimana con la figura genitoriale maschile a cui, la normativa comunitaria in materia dei diritti del minore, garantisce il diritto di visita. Tuttavia, ancora oggi, il bimbo non riesce a rientrare in Italia. Il tema della protezione del minore e quello della tutela dei suoi diritti dovrebbero essere ampiamente rappresentati all’interno degli ordinamenti degli Stati e dovrebbe essere altrettanto ampiamente diffusa la concezione che riconosce come irrinunciabile il diritto del minore ad avere rapporti affettivi stabili e duraturi anche dopo la separazione o il divorzio dei genitori. Eppure, nonostante i Paesi implicati siano tutti Stati membri aderenti alla convenzione dell’Aia, la giovane madre non vede ancora riconosciuto e tutelato alcun diritto sul suo bambino. Ecco perché R. continua senza tregua a chiedere alle autorità italiane e straniere, tribunali, ambasciate e consolati di agire contro una chiara Sottrazione Internazionale di Minore. Una lotta che la vede attiva anche attraverso i social-network e che ha reso partecipe tutta la comunità e l’amministrazione comunale di Sersale. Il sindaco della cittadina Salvatore Torchia ha predisposto una sottoscrizione/petizione popolare a sostegno delle iniziative promosse dalla donna, evidenziando il confortevole contesto familiare e lo straordinario inserimento ambientale da cui il piccolo è stato strappato. Difficile, entrare nel merito dei contrasti sorti all’interno della coppia a cui si aggiungono le conseguenti differenze di origine culturale. La fine di un rapporto non può, però, minare il benessere e la sicurezza di bambini e adolescenti, ai quali invece andrebbe assicurato il pieno diritto alla serenità. Necessaria l’individuazione, nei diversi conflitti, di forme di assistenza finalizzate alla soluzione positiva di controversie che rischiano di dar luogo a lunghe e inaccettabili contese di questo tipo. L’augurio è che il padre del bambino possa presto rendersi conto della gravità del proprio comportamento e degli effetti che questo determinerà nella formazione del “piccolo T.”
Fonte: Una mamma di Sersale non vede il figlio da mesi, www.catanzaroinforma.it
Massimo
riconosce ai padri il “diritto di visita” è violenza pari a quella qui esposta