Il memoriale inizia raccontando come la madre abbandona il padre ed i figli, che crescono in Sardegna. Dopo 3 anni, quando il figlio maggiore ne ha 7, la madre si ripresenta per prenderlo e portarlo a Brescia. In Italia i mammiferi con la toga affidano la quasi totalità dei bambini alle mamme: il ragazzo viene prelevato dalle assistenti sociali, cerca di ribellarsi ma lo mettono a dormire con il Valium.
Il papà non ci sta e riesce a riportare il figlio in Sardegna, ma di nuovo lo stato interviene con le assistenti sociali. Dopo di questo scattano le accuse che fermano il papà:
“mia madre ci metteva in testa che papà non era una brava persona”
“*** [il fratello minore] intanto aveva capito che se la assecondava non gli faceva niente, mentre invece se diceva di no andava su tutte le furie ed erano guai per tutti e due”
“per toglierlo di mezzo ha cominciato ad imbottirci la testa di menzogne, cose che non erano reali, cose che mio padre non ha mai fatto”
“dopo circa 5 giorni di urla e scossoni, mi sono arreso al suo gioco e per evitarmi urla e maltrattamenti ho cominciato a dire che mio padre mi aveva violentato, non sapevo con certezza cosa voleva dire, poi dopo una settimana mamma ci portò da una psicologa, la dottoressa *** *** che dopo mesi e mesi di tartassamenti e menzogne dettate da mia madre ha fatto sì che mio padre e tutti i miei parenti i Sardegna venissero portati davanti ad una corte.
“Io raccontavo bugie e si vedeva perché nessuna delle cose che mi chiedevano riuscivo a rispondere in maniera giusta, e neanche mio fratello. Infatti durante un incidente propatorio sono crollato, ho detto che mio padre in realtà era innocente e tutto quello che avevo raccontato erano solo bugie”.
Venne un perito per verificare la realtà dei fatti e dopo un po’disse: “questa corte ed i magistrati sono tutti da denunciare”, ma evidentemente mia madre e i miei nonni dato che sono molto benestanti hanno comprato il processo, vennero condannati mio madre e mio zio”.
Io dopo il processo avevo manie suicide, volevo morire per quello che avevo detto, per quello che mia madre mi aveva fatto dire
Il ragazzo descrive le sue condizioni, nelle quali si riconoscono i sintomi della PAS:
«per me tutto quello che diceva mia madre era oro, la stimavo, la adoravo più di ogni cosa, perché era quello che in tutti gli anni mi aveva ripetuto assiduamente di fare, tutti i suoi concetti ossessivi e folli li aveva trasmessi a me, tranne una cosa però, la sincerità».
«mi ripetevo che se mamma aveva preso certe decisioni e non riuscivo a capirle, ero io che stavo sbagliando»
Passano gli anni, e crescendo un amico gli fa notare l’anormalità:
«smettila di dire che tua madre ha sempre ragione perché non è così»
Il ragazzo inizia a porsi domande:
«Mi aveva raccontato che mio padre, quando mia madre era in cinta del primo bambino (che non ero io) le aveva dato un pugno in pancia e le aveva fatto morire il feto, quando invece, ho scoperto poco tempo fa, che si era fatta fare un iniezione per abortire, e lo aveva ucciso lei di sua spontanea volontà.
Ho scoperto anche che ha venduto i mobili della casa che lei ha detto che mio padre aveva fatto saccheggiare a dei ladri.
Mi ha raccontato di prove nel tribunale che non sono mai state menzionate, né trovate, come filmati dove venivamo abusati»
Alla fine il ragazzo trova la forza di ribellarsi alla madre, che lo butta fuori di casa.
«ho fatto 2 settimane da barbone… finché non ricevetti un messaggio su Facebook e nonostante erano passati 9 lunghi anni che non lo vedevo, lo riconobbi subito era mio padre. Io gli spiegai la situazione e lui mi propose di venire a Roma con lui. Io accettai subito e il giorno dopo ci incontrammpo in stazione.
Era venuto lì per me, nonostante mia madre abbia fatto sembrare che a mio padre di me non importava nulla, lui era lì, e dopo 9 lunghissimi anni, finalmente ho potuto riabbracciarlo.
Mentre si accumulano le testimonianze di ragazzi alienati che denunciano l’inettitudine della sedicente giustizia, la magistratura deve decidere: se è dalla parte della giustizia dovrà risarcire le persone abusate da sentenze folli, e intervenire per fermare quegli avvocati e psicologi, spesso di area abusologica e/o femminista, che impunemente aiutano pedo-calunniatrici a rapire e alienare figli con false accuse di pedofilia e a negare che la PAS è un abuso sull’infanzia.
giovanni
Sono un padre alienato e sto combattendo per il piccolo dei miei figli da maggio 2014 e mi vietano di vederlo e sentirlo posso solo dire che concordo e mi dispiace per quei padri che come subiscono in silenzio
giorgio
Sono un padre di 45 anni alienato da quando mia figlia aveva due anni e mezzo che mi diceva “devi morire d’un colpo da solo”; oggi mia figlia a quasi 20 anni non mi apre nemmeno il cancello di casa quando per vederla e sapere se e’ viva mi devo recare sotto casa della madre perche al telefono non mi risponde piu’. Sono solo quello che deve pagare i conti e non ho mai passato un natale con mia figlia, mai una vacanza assieme, mai un bacino sulla guancia al papa’ mai una letterina per dire papa come stai? non ho mai mancato un pensiero di compleanno con letterina d’amore, come pure un natale come pure salvarla dal diabete perche’ la madre la rimpinzava di coca cola e merendine, come pure l’ho salvata da dannose cure ormonali che la madre voleva farle fare perche sviluppava precocemente seno causa ormoni nella carne e omogenizzati che le dava; mi sono occupato sempre della sua salute , ho mangiato dormito e cacato solo dopo aver fatto magiare e dormire e cacare il mio amore di figlia ma nonostante tutto io non conto nulla, meno del suo cagnolino. Sono solo quello che deve pagare pagare col sangue; ho avuto la disgrazie di conoscere una donna schifosamente narcisista anaffettiva senza cuore e che gode profondamente del male altrui; me ne ero accorto subito dopo le primissime frequentazioni ed
ho provato anche a lasciarla ma non ci sono riuscito! (odia gli uomini perche’ l’hanno sempre lasciata- figlia di padre succube di madre/moglie manipolatrice come lei) io sono stato l’unico coglione che ha abbracciato la croce e ora me la tengo per sempre!
mia figlia e’ cambiata ed e’ diventata esattamente la replicante della madre da quando le ha detto 5 anni fa che voleva venire a vivere da me e da allora non mi risponde piu’ ne al telefono di casa ne al cellulare. Ho visto la sofferenza dei miei genitori quando anno perso un figlio con incidente stradale, e so cosa significa ma elaborare il mo lutto di una figlia viva e’ una lacerazione continua che non ha confini e ne termine. Chiunque voglia condividere con me la propria disgrazia simile o diversa dalla mia non importa io ne sarei felice. Grazie! Auguri di buona fortuna (ce ne vuole tanta nella vita) ai disgraziati come me, piu’ di me’!
Andrea
ciao Giorgio
ho letto con molta partecipazione (e tristezza) la tua storia, che purtroppo vivo in prima persona da oltre un anno, con mia figlia di quasi cinque anni con cui il rapporto si sta deteriorando giorno dopo giorno, a seguito di una denuncia di abuso sessuale fatta dalla madre, qui in Germania.
Le nostre storie sonpo molto tristi, ma condividerle ci fa sentire meno soli.
Un abbraccio
Giovanni P.
Ciao Giorgio mi dispiace tanto purtroppo sto soffrendo pure io non so che fare. La mia situazione è quasi simile a quella di Andrea solo che mio figlio ha 17 anni e da quasi un anno non lo sento e non lo vedo.Solo menzogne. Un saluto