Parla male dell’ex marito al figlio: 30 mila euro di multa

[Repubblica 19-10-2016] Sentenza del tribunale civile di Roma nei confronti di una moglie separata, accusata di “palesare disapprovazione nei confronti del coniuge”. Il verdetto accompagnato dal monito a cambiare comportamento, pena la modifica delle condizioni di affido del minore. Per i giudici resta prioritaria la tutela dei bambini
di CECILIA GRECO

Contesi, usati come ‘merce di ricatto’, costretti a sorbirsi insulti e frecciate rivolte all’uno o l’altro genitore. Spesso sono i minori le vere vittime dei divorzi e delle separazioni. A farsi benedire rispetto, stima e correttezza. A dare un segnale di svolta è arrivato il Tribunale civile di Roma: 30 mila euro di multa in primo grado a mamma che parla male di papà. Nessuna giustificazione che tenga: l’ex partner è prima di ogni cosa genitore e deve salvaguardare la serenità e il diritto alla bigenitorialità del proprio figlio. Il diritto-dovere cioè, di tutelare il rapporto con i figli e di intervenire nella loro educazione, anche in caso di separazione o divorzio.

Nel caso specifico, il Tribunale civile di Roma ha accertato che il genitore in questione – la madre collocataria – non ha cercato di riavvicinare il figlio al padre “risanandone il rapporto nella direzione di un sano e doveroso recupero necessario per la crescita equilibrata del minore, ma al contrario ha continuato a palesare la sua disapprovazione in termini screditanti nei confronti del marito”. Una condotta condannabile non solo nella teoria, ma nella pratica. Compito della madre, si legge nella sentenza, sarebbe proprio quello di lavorare per “consentire il giusto recupero del ruolo paterno da parte del figlio”, soprattutto nella sua posizione di genitore collocatario, quello con cui il bambino vive quotidianamente.

La sanzione è volta ad evitare “la protrazione di questa condotta, la cui persistenza potrà portare alla riconsiderazione delle condizioni di affido”. In parole semplici, un comportamento non solo rispettoso, ma volto al rafforzamento dei rapporti tra genitori e figlio, è condizione sine qua non per mantenere l’affidamento in caso di divorzio o separazione.
“Non è la prima volta che un Tribunale si esprime in questo senso – afferma l’Avv. Chiara Ingenito, esperta di diritto di famiglia – la forza di questa sentenza, la 18799/2016, che definisco storica, è quella di aver punito un comportamento del genere con una sanzione davvero consistente, e aver rimarcato l’importanza del diritto alla bigenitorialità: diritto dei figli, dovere dei genitori, tutelato anche dall’Unione Europea”. Un precedente, questo, che creerà giurisprudenza.

Fonte/Credits: Repubblica 19-10-2016

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3 Comments

  1. Giuseppe FATTA

    Buona sera. Io sono già separato con due figli. La mia ex moglie l’ho beccata per tramite di una telefonata partita accidentalmente a mio figlio circa un anno fa. Allora mio figlio aveva 17 anni. In quella conversazione da me registrata, ascoltata da un mio amico in macchina e testimone, ho chiamato anche una volante per identificare una terza persona a me sconosciuta, ho denunciato il tutto ed oggi l’ufficiale giudiziario mi notifica il provvedimento di archiviazione che se entro 10 giorni nn mi muovo nn faranno nessun provvedimento. Nella conversazione venivo screditato in ogni malo modo da parte della mia ex moglie e di una terza persona a me sconosciuta ma identificata dalla volante che ho chiamato con effetto immediato. Ad oggi mio figlio nn mi parla. L’altro minore una bimba di anni 7 il rapporto è ancora buono. Nella stessa denuncia ho allegato quella per diffamazione in quanto mi aveva denunciato per mancato assegno di mantenimento ed ho dimostrato con i bonifici bancari mensili pagamento utenze e spese varie per i miei figli che era falso e sono stato assolto. Cosa posso fare? Anticipatamente ringrazio

  2. batman

    Chieda ad un avvocato (possibilmente uno onesto). A parere di chi scrive può darsi che ci siano gli elementi per una condanna penale per diffamazione, ma siamo in Italia e ne avrebbe un vantaggio minimo rispetto alle seccature di un lungo processo penale. Per quanto riguarda i figli cerchi di salvare il rapporto con la più piccola, cercando di mandare il messaggio alla ex che è pronto a fare una battaglia legale in sede civile su questo.

  3. chiaverini adolfo

    La denuncia penale va bene, ma continuare nel processo penale non ha senso, visti i tempi della giustizia.
    Il diritto dovere del padre di partecipare alla crescita dei figli, se impedito da uno dei genitori, deve ricevere immediata reazione in sede giudiziaria civile, opportunamente preceduta dal un tentativo di mediazione finalizzato ad una presa di coscienza da parte del coniuge inadempiente.

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