Ripubblichiamo qui un articolo di Michela Marzano per sottolineare come il dibattito sull’alienazione parentale ormai sia definitivamente uscito dalla fase infantile in cui era considerato questione da brandire per difendere i diritti delle donne in un ottica femminista. Michela Marzano è una nota intellettuale femminista che si è occupata anche della questione della genitorialità in coppie dello stesso sesso. Una testimone al di sopra di ogni sospetto del fatto che l’alienazione parentale esiste ed è un grave problema. Per tutti: a destra e a sinistra, femministe e non.
Mai parlar male dell’ex con i figli
PUÒ capitare che due persone si separino, divorzino, non condividano più nulla. Anche semplicemente perché, nella vita, le cose talvolta cambiano.
E SPESSO sono proprio le relazioni più intime a farne le spese. Ma che c’entrano i figli in tutto questo? Perché non preservarli da quei litigi e da quelle ripicche personali che talvolta (spesso, troppo spesso) accompagnano le separazioni? Perché costringerli a scegliere tra un “genitore buono” e un “genitore cattivo” invece di preservare i rapporti affettivi che hanno già instaurato con il padre o con la madre?
Gli specialisti sono concordi: quando uno dei due genitori strumentalizza il figlio per colpire l’altro, è molto alto il rischio che si scateni poi nei più piccoli una vera e propria sindrome, l’alienazione parentale. Invece di far di tutto affinché un bimbo o una bimba possano continuare ad amare entrambi i genitori, anche se tra di loro di amore non ce n’è più, talvolta c’è chi si incaponisce e utilizza i figli per vendicarsi. «Tuo padre è un buono a nulla»; «tua madre ci ha abbandonato»; «a lui/lei non importa più nulla di noi». Frasi buttate lì, magari inconsapevolmente, e che però, col tempo, finiscono con il distruggere non solo quel legame fondamentale che lega i bambini all’altro genitore, ma talvolta anche qualunque forma di fiducia nel futuro. Ben venga allora la decisione presa ieri dal Tribunale civile di Roma di condannare una mamma che parlava male al figlio del padre a una multa di 30 mila euro, con la minaccia esplicita di riconsiderare, se la situazione non dovesse cambiare rapidamente, le condizioni stesse dell’affido. Per i giudici, è prioritario il benessere del minore. E una madre non può permettersi di svalutare la figura e il ruolo paterno. Come si può d’altronde anche solo immaginare che un figlio, in nome dell’amore materno, possa rinunciare all’amore del padre senza essere privato anche di un pezzo importante di sé? Come si può credere che una coalizione madre-figlio che escluda il padre non abbia gravi conseguenze a livello di crescita di un minore?
Ovviamente, quando si parla di maternità o di paternità, non si sta parlando solo di legami biologici o genetici, ma anche di legami affettivi, quel prendersi cura l’uno dell’altro che si impara quando si è piccoli, quando il mondo intero è racchiuso all’interno della propria famiglia e si ha bisogno di punti di riferimento chiari. L’amore e il riconoscimento, da un lato; le regole e il senso del limite, dall’altro. Per capire che nessuno di noi “ha tutto” o “è tutto”, e che ogni relazione è impastata sia di dipendenza sia di autonomia. Certo, talvolta le relazioni tra adulti si sfasciano, ma per imparare a “tenersi su da soli” quando si è piccoli, come ci insegna la psicanalisi, si ha anche bisogno di poter contare su coloro che si occupano di noi, senza che la madre (o il padre) facciano a pezzi l’amore che ci lega a entrambi.
Michela Marzano
Fonte/Credits: La Repubblica del 20/10/2016
arianna
anche mio.marito mi.ha messo contro.mio figlio ..facendogli credere cose non vere.ora mio figlio mi.odia e non mi.vuole più
Floriana
Come posso contattare voi del sito? Vorrei battermi per combattere l’alienazione genitoriale essendo una figlia che ha vissuto l’alienazione
batman
Potrebbe essere interessante per questo blog far leggere la storia di una figlia che ha superato l’alienazione. Può scriverla come commento qui e noi la pubblicheremo come post del blog dandole la massima evidenza.
Per il resto questo blog è una iniziativa esclusivamente informativa, non siamo una associazione e non facciamo nessuna altra attività oltre a raccogliere e catalogare documentazione sull’alienazione parentale e sul fenomeno molto particolare del cosiddetto “negazionismo” dell’alienazione parentale (che secondo noi rappresenta un disturbo psicosociale a sè stante).