IL 3 settembre 2011 l’avvocatessa russo-americana Marianne Grin avrebbe dovuto riportare i quattro figli di 14, 11, 9 e 6 anni al padre, un avvocato americano che lavora a Firenze, presso il quale il tribunale di Firenze li aveva collocati in via esclusiva. Invece, aiutata da un rabbino ultraortodosso, era fuggita con loro in Russia. Ora Marianne Grin è stata condannata a tre anni per sottrazione di minore dal tribunale di Firenze, che ha riconosciuto il dramma del marito, assistito dall’avvocato Eriberto Rosso, e la sua disperazione per la sorte dei figli portati a migliaia di chilometri dalla moglie, della quale era stata certificata la fragilità psichica. Il padre è stato più di 50 volte in Russia per vedere i figli e non li ha quasi mai incontrati. Ha scoperto che erano stati affidati a due orfanotrofi. La madre li ha fatti sparire. Anche i tribunali russi gli hanno riconosciuto il diritto di vedere i bambini e di portarli all’estero, ma non ci è mai riuscito. Unico conforto: uno dei ragazzi è tornato da lui.
(f.s.)
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Dovrebbero essere condannati anche i giudici che le permisero di rapire i figli, fregandosene della richiesta del padre di proteggerli