Alienazione genitoriale profili comparatistici – prof. Vincenzo Maria Mastronardi – Università “La Sapienza” Roma

Sintesi della relazione tenuta a Roma il 14 gennaio 2011 dal prof. Vincenzo Maria Mastronardi al Congresso dell’AMI. La terapia proposta per i casi di alienazione grave prevede l’allontanamento del minore dal genitore manipolatore e la sua collocazione in ambiente protetto. La ripresa graduale dei contatti va effettuata solo dopo che il minore ha iniziato il suo riavvicinamento al genitore rifiutato. In caso contrario perfino una misura così drastica come l’allontanamento può rivelarsi inefficace.

Vincenzo Mastronardi, medico psichiatra, è titolare della cattedra di Psicopatologia forense dell’Università “La Sapienza” di Roma, direttore dell’Osservatorio dei comportamenti e della devianza e direttore del Master in Scienze criminologico – forensi.

Fonte:  www.avvocatiefamiglia.org “Avvocati e Famiglia” a cura di G.E. Gassani.

N.d.R. : Trattandosi di una sintesi alcune fonti consultate non sono state riportate. Il dottor Gaetano Giordano ha chiesto che venga evidenziata la fonte da cui sono tratti i punti relativi al Mobbing genitoriale: Giordano, Psychomedia 2005, Verso uno studio delle “transazioni mobbizanti”: il mobbing genitoriale e la sua classificazione.

 

 

PAS  Profili Comparatistici internazionali
Congresso Nazionale Associazione Matrimonialisti Italiani
Campidoglio – Roma 14.1.2011
prof. Vincenzo Maria Mastronardi
Università “La Sapienza” Roma

LE TRASFORMAZIONI DELLA FAMIGLIA

Tra il 1977 a tutt’oggi le famiglie unipersonali sono aumentate del 27% e secondo la Caritas e la Fondazione Zancan in Italia vi sono 8,3 milioni di poveri . 800.000 sarebbero i nuovi poveri a causa delle separazioni (City 14.10.2010 – AMI)

A proposito delle trasformazioni del rapporto genitori / figli:

1) Il crollo della natalità indica crescenti problemi soggettivi e oggettivi nell’avere figli, di fatto si può dire che la coppia odierna con figli è altamente puero-centrica, anche perché i figli sono generalmente voluti e programmati e

2) La tendenza ad educare in modo permissivo, più che democratico

LE REAZIONI DEI FIGLI ALLA SEPARAZIONE DEI GENITORI.
Ricerche secondo Wallertein e Kelly (1976), De Renoche (1995 ) Richard Gardner (2003) Fuchs ( 2005)

nei bambini molto piccoli (2-3anni) sono frequenti le regressioni comportamentali

nei bambini fra i 3-6 anni si assiste ad un comportamento aggressivo in modo generalizzato (sviluppo del Super Io con vissuto di slealtà e cattiveria fa sì che i bimbi si ritengano i responsabili della separazione dei genitori, il cui allontanamento è sentito come un atto di ostilità nei propri confronti)

bambini fra i 7 e i 12 anni manifestano invece soprattutto sentimenti di tristezzache non infrequentemente si trasformano in sintomi psicosomatici(mal di testa,asma ,”dolori allo stomaco”)

negli adolescenti si osserva invece accelerata responsabilizzazione più accentuata maturazione psicologica ed emotiva e riescono peraltro anche frapporre una maggiore distanza psicologica fra sé e i genitori.

Le richieste di aiuto nelle problematiche relative alla separazione/divorzio dei propri genitori, per fasce d’età secondo Telefono Azzurro sono:

da 0 a10 anni il 58,6% , da 11 a 14 anni il 30,3%, , da 15 a 18 anni il 10,6%

Separazioni /divorzi (dati 2007)

81359 separazioni(+1,2 rispetto al 2006) 

86,3% consensuali

13.7% giudiziarie

50669 divorzi(+2,3% rispetto al 2006) 

78.3% consensuali

21,7% giudiziari

Figli coinvolti 

separazioni

100252 di cui minori 66406

Figli coinvolti 

divorzi

49087 di cui minori 25495

Tipo di affidamento (2007) 

affidamento condiviso

nel 72,1% separazioni

nel 49,9 % divorzi

affidamento esclusivo alla madre nel 

25,6% delle separazioni

e nel 46,1 % dei divorzi

La sindrome di alienazione genitoriale (P.A.S.) e il lavaggio del cervello nella programmazione dei figli in danno dell’altro genitore

Le “triadi rigide” e il braccio armato della nonna

la coalizione. È definita come l’unione tra due persone a danno di un terzo, in questo caso le nonne possono svolgere un ruolo a difesa estremamente deleterio.

la triangolazione. È definita come una coalizione instabile in cui ciascun genitore desidera che il figlio parteggi per lui contro l’altro

la deviazione. Due persone in conflitto tra loro spostano il conflitto su un terzo

Gardner ha descritto tre differenti livelli di Sindrome di Alienazione Genitoriale

grado lieve; grado moderato; grado grave

Quando i sintomi siano tutti presenti si parlerà di sindrome di alienazione genitorialepura.

P.A.S., abuso, mobbing genitoriale,sindrome della madre malevola: criteri diagnostici e diagnosi differenziale ( convenzione Onu di New York sui diritti del fanciullo )

Abuso

Il maltrattamento si concretizza “negli atti e le carenze che turbano gravemente i bambini e le bambine,attentano alla loro integrità corporea,al loro sviluppo fisico ,affettivo,intellettivo e morale, le cui manifestazioni sono la trascuratezza e/o lesioni di ordine fisico e/o psichico e/o sessuale da parte di un familiare o di terzi”(Consiglio d’Europa Strasburgo 1978).

Mobbing genitoriale

– è una situazione in cui siano presenti per sei mesi almeno, ripetuti episodi di mobbizzazione in una delle due aree di esercizio della genitorialità
– il “mobbing genitoriale estesoè quello cui partecipano con accanimento più familiari del genitore mobber, considerando di fatto fisiologico che gli ascendenti siano schierati con i figli

– “mobbing genitoriale reciproco la condizione in cui entrambi i genitori si producono in comportamenti tesi a espropriare l’altro della sua genitorialità.

 

Sindrome della madre malevola

1)la manipolazione dei figli utilizzati come arma contro il padre (come accade per la PAS);

2)la vessazione attraverso accuse gravi, e infondate, per lo più di presunte violenze, spesso di carattere sessuale;

3)la consapevole volontà di violare le leggi pur di raggiungere lo scopo.

 

Esiti: le dimensioni psicopatologiche individuali nella P.A.S.

sui figli sono:

aggressività, tendenza all’acting-out, egocentrismo,personalità manipolatorie , comportamenti autodistruttivi, ossessivo-compulsivi e dipendenti, tratti narcisistici; disturbi psicosomatici, della condotta alimentare, disfunzioni relazionali,problemi scolastici e dell’identità sessuale; eccesso di razionalizzazione, confusione emotiva o intellettiva, bassa autostima, depressione, fobie, regressione.

un atteggiamento adultomorfico dei figli, che li fa sentire come se si fossero rapidamente elevati a rango di eroici adulti, e in virtù del quale essi possono assumere un vantaggio psicologico sui coetanei. Tale fenomeno ha delle analogie con quello del bullismo .

i figli diventano irrispettosi, non collaboranti, ostili, ricattatori e ricattabili,facendo della manipolazione il loro principale strumento relazionale;andando avanti nel tempo divengono vulnerabili alle perdite e ai cambiamenti,continuando ad operare ben oltre l’adolescenza una netta dicotomia fra bene e male.

pur non configurando una patologia nosograficamente strutturata

costituiscono segni prodromici rilevanti

— disturbi della Condotta, o d’Ansia di Separazione, o Dissociativo NAS, oppure tutti i tipi di Disturbi dell’Adattamento.

Sul genitore alienante

disturbo Psicotico Condiviso (folie à deux) o di Disturbo Delirante, in particolare quello Tipo di Persecuzione, ;più frequentemente è applicabile la diagnosi di Problema Relazionale Genitore-Bambino ;è condizione più frequente la presenza di un disturbo di personalità di tipo narcisistico ,talora di tipo paranoide o border line

sul genitore alienato

Anche il genitore alienato subisce un abuso emotivo: l’odio del suo ex partner si materializza come vendetta compiuta per mano dei figli; al punto che Gardner (2002) descrive la sua terribile sofferenza paragonandola ad uno “stato di morte vivente” (state of living death)

Gerald L. Rowles parla della “sindrome del padre sconfitto”,la cui sintomatologia assommerebbe caratteristiche dei quadri clinici depressivi a quelle di un disturbo post traumatico da stress(PTSD)

L’Associazione Ex- rileva che fra i suicidi maturati nel corso di separazioni la maggior percentuale è data dagli uomini:su 133 suicidi (di cui 38 allargati),70 sono stati quelli agiti dai padri (dunque in percentuale arrivando al 93%) .

MONITORAGGIO DEI FATTI DI SANGUE maturati in seguito a SEPARAZIONI, DIVORZI, CESSAZIONI DI CONVIVENZA E MINORI CONTESI gennaio 1994 – dicembre 2005, presentato al Congresso Italiano di Criminologia Como (14-16 ottobre 2010) dalla Fe.N.Bi (Federazione Nazionale per la Bigenitorialità)

TABELLA RIEPILOGATIVA 736 fatti di sangue per 1.053 decessi

RIPARTIZIONE SUL TERRITORIO.

Episodi Vittime

Nord 269 36,5 % 411 39 % 

Centro 263 35,7 % 348 33 %

Sud e isole 204 27,8 % 294 28 %

MODALITÀ 

arma da fuoco 334 45,3 %

arma da taglio 186 25,4 %

strangolamento 101 13,6 %

percosse 52 7,1 %

altro 63 8,6 %

Soggetti coinvolti: 

Autori

Uomini 574/78,0%, 353 33,5%

Donne 159/21,6 %, 531 50,4%

Minori 30,4 % 169 16,1%

Vittime 

Uomini: 53/33,5%

Donne 531/50,4%

Minori 169/16,1%

 

FASCIA D’ETÀ DELL’OMICIDA

fino a 20 (7 casi 1,3 %) 

21 – 30 (68 casi 9,2 %)

31 – 40 (263 casi 35,6 %)

41 – 50 (215 casi 29,2 %)

51 – 60 (94 casi 12,6 %)

61 – 70 (33 casi 4,5 %) 

Oltre 56 (7,6 %)

Coppie con prole 98,3%

Coppie senza prole 1,7%

 

Percorsi terapeutici

Premesse fondamentali:

Indispensabile la integrazione fra le diverse figure professionali che si ritrovano ad interagire con una condizione conflittuale rispetto all’affidamento di figli minori.

La diagnosi di PAS va posta correttamente con l’individuazione dei diversi livelli di gravità che richiederanno interventi differenti

PAS lieve

Spesso in tali situazioni è sufficiente che si giunga alla determinazione dell’affidamento al genitore programmatore:le manipolazioni e strategie messe in atto fino a quel momento,essendo raggiunto lo scopo, possono perdere di motivazione e dunque regredire.

Secondo Gardner a questo livello non è necessario l’intervento terapeutico sul minore poiché i sintomi,attenuati dovrebbero spontaneamente regredire.

PAS moderata

una coordinazione fra il tribunale ed un terapeuta esperto conoscitore della PAS.

la collocazione può rimanere presso il genitore alienante ma dovrà esserci però la ripresa degli incontri con il genitore rifiutato,o il sostegno al minore rispetto agli incontri nel caso in cui questi non siano stati interrotti.

se il genitore affidatario e programmatore non dovesse ancora rispettare quanto sancito, secondo Gardner dovranno scattare delle sanzioni di tipo economico. L’autore prevede che si possa arrivare al suo arresto per alcuni giorni con collocazione del figlio presso l’altro genitore.

contemporaneamente si prevede il lavoro di sostegno al minore da parte dello psicoterapeuta che dovrà sempre riferire al giudice eventuali intralci e problemi .

PAS grave

Programma di collocazione provvisoria che consta di tre livelli:

1)presso un parente o una amico (caretaker) con una buona relazione con il bambino

2)presso una comunità alloggio

3)presso un ambiente ancor più restrittivo come ad esempio un ospedale

Il programma di riavvicinamento al genitore rifiutato consta di 6 fasi:

1-allontanamento dal genitore alienante con periodo di adattamento e brevi incontri con il genitore rifiutato

2-visite del bimbo presso la casa del genitore rifiutato e rientro presso la collocazione provvisoria

3-collocazione del bambino presso l’abitazione del genitore alienato

4-contatti telefonici del minore con il genitore alienante

5-incontri protetti fra minore e genitore alienante

6-incontri protetti presso la casa del genitore alienante

Il sostegno e l’intervento di uno psicoterapeuta che adeguatamente sappia far rileggere a tutti i protagonisti quanto fino ad ora accaduto e aiutarli a trovare risorse atte a ricalibrare in modo equilibrato la situazione.

Conclusioni

Si dovrebbe sempre e comunque sostenere la funzione genitoriale, nel momento della crisi che conduce alla separazione perché solo in questo modo sono aiutati anche i figli ad attraversare un momento per loro così doloroso senza dover subire conseguenze condizionanti la loro futura vita psichica.

La legge sull’affidamento condiviso ha da un lato modificato notevolmente i dati come riportato nelle valutazioni comparative fra il 2006 e il 2007 analizzati nelle note introduttive,d’altro lato non si è nei fatti dimostrata ancora sufficiente ad arginare il fenomeno

I percorsi terapeutici individuali e di mediazione familiare dovrebbero inoltre avere lo scopo di evitare la trasmissione di un modello di comportamento che rischia di divenire intergenerazionale.

E’ pensabile che sia una sinergia intelligente e mirata fra la mediazione familiare e gli interventi giudiziari a dimostrarsi davvero efficace o evitare lì dove vi fosse una Consulenza tecnica di Ufficio che i Consulenti di parte siano vittime di triangolazione da parte dei propri assistiti sviluppando gli stessi particolare aggressività così come le quotidiane esperienze peritali haimè comunicano e ricordando che quello della Consulenza tecnica può essere trasformata in un fertile momento di presa di coscienza delle proprie carenze individuali e di coppia da parte dei singoli genitori e tentare così una fertile “scultura della coppia genitoriale” in cui ciascuno può deporre le armi ed evitare che la propria esistenza si trasformi in un bollettino di guerra a tutto vantaggio del minore e proprio personale. La denuncia in questa sede è peraltro che non ho mai assistito a tanta aggressività quale quella dimostrata tra Consulenti tecnici di fiducia nei processi e dei relativi Avvocati in tema di affidamento di minori. Siamo giunti ad un momento storico in cui si impone da parte di tutti gli operatori del settore una vera e propria moralizzazione di ogni singola figura professionale coinvolta in tali delicati argomenti quali quelli in cui il minore può solo rappresentare un capro espiatorio e una vittima inconsapevole.

Vincenzo Maria Mastronardi – Copyright gennaio 2011

Bibliografia :

  • Eurispes – Telefono Azzurro (2009) 10 rapporto sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Eurispes-www.eurispes.it
  • Gardner R.A. (2002) “L’acquisizione di potere dei bambini nello sviluppo della sindrome di
  • alienazione genitoriale”, Nuove tendenze della psicologia,vol,n°3,n1(pag.75.102)
  • Gulotta G.,Cavedon A.,Liberatore M.(2008) “La sindrome da alienazione parentale.Lavaggio del cervello e programmazione dei figli a danno dell’altro genitore”,Giuffrè,Milano
  • ISTAT (2009) “Evoluzione e nuove tendenze dell’instabilità coniugale”, Istat,www.istat.it
  • Saluzzo M.A. (2006) “La sindrome di alienazione genitoriale:psicopatologia e abuso dell’affidamento nelle separazioni.Interventi di confine fra psicologia e giustizia” in Link,rivista scientifica di psicologia
  • Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (2007) “Linee guida in tema di abuso sui minori”, Edizioni Erickson, Gardolo (TN)

 

Fonte: www.avvocatiefamiglia.org

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