“The Hunt”: un film su alienazione genitoriale e pedo-calunnia

 

220px-The_Hunt_(2012_film)Lucas è un papà separato che, mentre cerca di difendere il figlio da una madre alienante, trova conforto nel suo lavoro di insegnante di asilo.  È l’unico uomo ed il preferito dai bambini.

Lucas si deve ripetutamente prendersi cura della bambina Klara, figlia del suo migliore amico Theo, il quale spesso non le dedica le dovute attenzioni.  Quando la bambina diventa troppo legata a lui, e lui gentilmente la rimprovera per prendere le distanze, la bambina ne è risentita e si vendica in maniera femminista: lo accusa falsamente di pedofilia.

La direttrice della scuola lo licenzia e lo accusa pubblicamente, invitando i genitori a cercare nei loro figli segni di abusi sessuali, quali mal di testa e pipì a letto. Si improvvisa abusologa, interrogando in maniera inappropriata i bambini e decretando che “i bambini non mentono”. L’untrice riesce a far diffondere la calunnia come un cancro: altri bambini vengono plagiati fino ad accusarlo falsamente; la ex moglie alienante ne approfitta per tagliarlo fuori dalla vita del figlio; un folla isterica gli ammazza il cane; lui stesso viene picchiato; anche il figlio dell’accusato viene estromesso dalla società.

Alla fine, la bambina accusatrice confessa di avere inventato tutto; la madre cerca di farla tacere, ma il papà della bambina riesce lentamente a vedere la verità. Anche le accuse degli altri bambini (“ci abusava in casa sua al pianterreno”) cadono in quanto viene dimostrato che la casa non ha un pianterreno.

Il film si conclude con papà ed il figlio, riabilitati, che partecipano ad un campeggio di cacciatori.

Uno dei cacciatori tenta di sparagli da lontano mancandolo: finale che ricorda come l’incubo della calunnia non ha mai fine.

 

 

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