Nel libro “Figli divisi” la psicologa dell’età evolutiva Amy J. L. Baker affronta anche il tema di come un terapeuta può aiutare il genitore vittima dell’alienazione genitoriale. Il compito dello psicologo che vuole aiutare il genitore alienato a convivere con il dolore della perdita del figlio alienato è estremamente serio e la Baker non nasconde le sue difficoltà. Le pagine qui citate trattano alcuni aspetti molto interessanti, tra cui il senso di umiliazione del genitore alienato e il rischio del controtransfert per il terapeuta, cioè che il terapeuta assuma inconsciamente sentimenti di ostilità nei confronti del suo paziente per sottrarsi al senso di impotenza.
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Il dolore e il senso di vuoto per la perdita di un figlio a causa della PAS possono travolgere ed oscurare tutti gli altri aspetti della vita di un genitore. Compito del terapeuta sarà pertanto aiutare i genitori alienati a crearsi una vita significativa e godere delle gioie che la vita può offrire nonostante l’alienazione dal figlio. Alcuni suggerimenti specifici per raggiungere tale scopo sono proposti di seguito.
Affrontare la vergogna di essere stato alienato dal figlio
Un altro aspetto problematico della PAS è l’umiliazione è l’imbarazzo di essere rifiutati dal proprio figlio. A meno che non siano a conoscenza della PAS, colleghi, amici e parenti riterranno probabilmente che i genitoti alienati abbiano in qualche modo meritato il rifiuto da parte del figlio. È un’esperienza mortificante. Il terapeuta può aiutare il genitore alienato a comprendere che il meccanismo proiettivo può costituire un fattore importante; in altri termini, più il genitore alienato è convinto di meritare il rifiuto del figlio, più sarà facile credere che gli altri nutrano la sua stessa opinione. Altro compito del terapeuta sarà dunque fornire ai genitori alienati informazioni sulla sindrome di alienazione genitoriale e ricondurre – nei limiti del possibile – la loro vita alla normalità. Numerosi sono i siti web, le chatroom e i gruppi di discussione su Internet che si occupano dell’argomento. L’interazione con questi gruppi può costituire un importante punto di riferimento offrendo loro il conforto di poter condividere con altti questa dolorosa esperienza.
Può anche accadere che i genitoti alienati siano tentati di cercare di mutare l’opinione altrui che essi abbiano meritato il rifiuto del figlio, che vogliano correggere quello che considerano l’errato convincimento che il figlio li abbia rifiutati per validi motivi. Poiché ciò comporta molto probabilmente una critica del genitore alienante (ovvero rivelare che questi ha istigato il figlio contro l’altro genitore con una campagna di manipolazione e di menzogne), i genitori alienati dovranno essere molto cauti nel confidare simili informazioni. Se un genitore alienante scopre che il genitore alienato è stato critico nei suoi confronti con altre persone della comunità, dell’ambiente scolastico o del vicinato, quest’ultimo incorrerà a ragione nell’ira del figlio e del genitore alienante. I genitori alienati dovranno agire con discrezione ed elaborare una sorta di fraseologia che permetta loro di conservare l’orgoglio senza lanciarsi in una complicata diattiba contro il genitore alienante.
Affermazioni come «la situazione è molto complessa» oppure «in questo momento mio figlio è alle prese con alcuni problemi personali» possono far intuire all’interlocutore che non si tratta del tipico caso di un figlio che tifiuta il genitore “cattivo”, senza correre il tischio di essere accusati di calunnia nei confronti dell’altro genitore.
Conservare la speranza
[…] Un genitore alienato difficilmente capirà quando il figlio vittima della PAS prenderà coscienza di essa, sebbene tale apparente mancanza di consapevolezza non implichi necessariamente che la presa di coscienza non avrà mai luogo. Inoltre, sebbene i figli mostrassero un atteggiamento di rifiuto nei confronti del genitore alienato, non desiderarono mai nel profondo del cuore che questi rinunciasse al rapporto con loro. Secondo un codice universale di comportamento – cui tutti sembravano essersi conformati – se un figlio può rifiutare un genitore, un genitore non dovrebbe mai rifiutare un figlio. Il solo sapere che anche il figlio più rifiutante continui a desiderare che il genitore alienato lo cerchi può essere fonte di speranza per un genitore che stia sperimentando la PAS.
cavallina-volpe
come nessun genitore non e daccordo che con forza portano via i figli,chi sono per loro il raggione di vivere.
Spesso questi genitori vanno nel esaurimento totale,suicidono.
Questo per chi meglio creare tragedie famigliare?
Allora e un aiuto per le famiglie o una punizione mortale?
Perchè se vuole essere aiuto per tutta la famiglia,allora si trova una via di uscita,parlando insieme,perchè nessun genitore non e nemico del suo figlio.
Principino
Quando si ha a che fare con un genitore alienante l unico modo per non perdere.i figli e’ l amore dimostrato anche attraverso piccole cose…il figlio alienato pur rifiutando il rapporto nel presente..dentro di se maturerà l idea che non e’ stato abbandonato ma che il genitore ci sara’ sempre …diventando grande diventerà anche consapevole..
Francesca Cibaldo
Se un figlio va incontro all’alienazione , può voler dire anche , che le istituzioni non hanno tutelato sufficientemente ne il figlio ne il genitore alienato ; le istituzioni possono aver lasciato campo libero al genitore alienante .
Visti i gravi danni che apporta l’alienazione , se la legge erroneamente continua a lasciare il figlio alienato al genitore alienante , quali conseguenze per il genitore alienato , se quest’ùltimo sottrae il figlio affetto da pas al genitore alienante ?
Considerato che nell’alienazione il figlio andrebbe distaccato dal genitore alienante , se la legge sbagliando non attua il distacco del figlio dal genitore alienante e anzi ve lo colloca , quali conseguenze , se è il genitore alienato ad allontanare il figlio con pas dal genitore alienante ? Una madre deve poter salvaguardare se stessa e soprattutto il figlio ; in presenza di pas ed in presenza di errori giudiziari , quali conseguenze , quindi , se la madre sottrae il figlio alienato al genitore alienante ? Una madre non dovrebbe mai sperimentare il dolore di sapere che il proprio figlio è in mano totalmente ad un padre che fa violenza al figlio e che lo usa a suo piacimento come fosse un oggetto , contro l’altro genitore. Il genitore alienato ed il figlio con pas andrebbero tutelati al massimo ; succede invece troppo facilmente che il genitore alienato venga accusato , ERRONEAMENTE , dalla stessa legge. Pertanto ritengo che in presenza di errori giudiziari , una madre alienata debba poter agire a sua tutela e a tutela del figlio ,. Una madre alienata non dovrebbe mai subire errori giudiziari . Voi cosa ne dite ? E’ contro natura , permettere che una madre , assista impotente alla violenza che il genitore alienante applica sulla stessa e sul proprio figlio. E’ UNA VERGOGNA PERMETTERE CHE CIO’ AVVENGA. . Sono una madre alienata anch’io ,, subisco grave violenza psicologica da anni e a tutt’oggi e non ho trovato alcuna tutela nella legge ,
anna sciurti
Cara Francesca,non posso far altro che trasmetterti la mia massima solidarietà e comprensione.Comprendo il tuo dolore perche ci passo.Da madre che s e sempre impegnata al massimo per il bene del suo amato figlio lo vedo inopinatamente plagiato da un padre che non voleva che nascesse,la sempre lasciato abbandonato materialmente e spiritualmente,ha rubato i soldi che con la mia fatica e sacrificio avevo messo da parte per lui.Ora il bambino mi maltratta quando lui e presente e finge di schifarsi di me.Io so che il padro non lo ama .Ma in qualche modo e riuscito a plagiarlo con l unici scopo di fare del male a me:cosa si può fare di peggio a una madre che sottrarle suo figlio?Eppure io so che il bambino mi ama e non cesso di manifestarli il mio amore incondizionato.Anche tu non rinunciare a starli vicino quanto puoi anche se respinta.Il bambino soffre di esser messo contro la madre,e anche se asseconda il padre,non vuole che la mamma si arrenda.