Qual era il suo rapporto con i figli? Le violenze si consumavano davanti ai loro occhi o di nascosto ?
«È stato abile nel plagiare mio figlio che attualmente vive con lui e che ha sempre preso le difese del padre, rifiutandosi di credere che fosse un manesco. A mia figlia, invece, non faceva mai un complimento e, nonostante i suoi ottimi voti, le diceva sempre di aver fatto semplicemente il suo dovere. Lei ha risentito di questa situazione ed è cresciuta con varie problematiche. Spesso gli episodi accadevano a tavola, altre volte, invece, quando loro erano a scuola o a letto. Per la paura di essere picchiata, mi capitava di dormire in bagno, per terra. Ricordo che una volta fui costretta a scappare per strada, perché il risotto che avevo cucinato non era stato di suo gradimento e così iniziò ad umiliarmi e a minacciarmi.”
Dopo tutte queste violenze e questi soprusi, hai mai trovato il coraggio di denunciare ?
«Si, il primo anno di matrimonio, dopo l’episodio del bernoccolo, decisi di andare alla polizia. Mi portarono in ospedale e mi fecero dei controlli, ma alla fine continuai a stare con lui con tutte le umiliazioni e le conseguenze. E, infatti, mi ripeteva continuamente che la causa della sua esasperazione ero io. Poi, rimasi incinta del mio secondo figlio e le cose peggiorarono: iniziai a soffrire di crisi d’ansia e ad avere attacchi di panico e, attualmente, non ne sono ancora fuori.”
Quando finalmente hai deciso di lasciarlo, come ha reagito ?
«Io avrei voluto lasciarlo già prima, ma mi fece recapitare una lettera nella quale minacciava di togliermi i figli. Così mi mancò il coraggio e continuai a stare con lui, ma stavo sempre peggio. Addirittura c’erano delle volte in cui mi sputava in faccia o mi gettava l’acqua del bicchiere addosso. Finalmente, quando anche il mio secondo figlio compì 18 anni, chiamai un avvocato e, con l’aiuto dei miei genitori, avviai le pratiche di separazione; per 2 anni siamo stati separati in casa, nonostante lui avesse già un’altra compagna. Ma il problema più grave era mio figlio, perché il padre era riuscito a plagiarlo, a portarlo dalla sua parte e a metterlo contro di me. Per 5 anni ho potuto incontrarlo solo per strada, perché il mio ex marito non voleva che avesse alcun tipo di rapporto con me. Al momento, questo “uomo” ha cercato di riavvicinarsi a me ma inutilmente perché ormai non fa più parte della mia vita.”
Da http://www.ilnadir.net/noi-e-la-societa/il-coraggio-di-dire-basta.html
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a luglio di questo anno sono 6 anni che mia figlia si rifiuta di vedermi. Ma secondo molte associazioni e psicologi la P.A.S. non esiste. Capirete l’angoscia perenne in cui vivo, ma intanto lo stato fa finta di nulla i processi vanno per le lunghe e io non ho più i sldi nemmeno per comperarmi una mela,o per comperare qualcosa a mia figlia anche se non mi vuole, grazie italia.
Non è vero che secondo molti la PAS non esiste. I “negazionisti” sono solo un piccolo gruppo di attivisti, non competenti sulla materia (nel senso che i pochi che sono professionisti della salute mentale sono però specilizzati in branche che nulla hanno a che fare con i figli contesi nelle separazioni).