Il Tribunale dei Minori di Venezia nel mese di ottobre 2009 ha decretato la decadenza della potestà genitoriale di una madre che aveva manipolato i figli contro il padre, formulando anche accuse di abusi che sono state accertate come false. Dopo una lunga vicenda giudiziaria i due figli sono stati affidati al padre, anche se per un primo periodo sono stati ospitati da una casa famiglia.
Fonte: www.giornalealtopiano.it
Estratto dal decreto come pubblicato dal giornale l’Altopiano del 17 ottobre 2009
“Il Collegio, inoltre, si determinava ad una linea diversa da quella sino ad allora seguita dei servizi e nel rilevare, come peraltro evidenziato anche dai medesimi, che i bambini, collocati in casa famiglia, palesavano timidi segnali di apertura nei confronti del padre, prontamente rientranti dopo gli incontri con la madre,disponeva una drastica riduzione degli incontri con la medesima e con la famiglia allargata, cominciando così finalmente a raccogliere aperture dei minori che documentavano l’influenza negativa della madre e della famiglia materna nel distruggere la figura paterna e addirittura quella dei nonni paterni di cui i bambini neppure ricordavano i nomi. Tal nuova linea portava i suoi frutti documentando un netto miglioramento nei rapporti tra padre e figli, particolarmente fra XX e il papà.
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in particolare impressionano le dichiarazioni di YY che appaiono chiaramente il portato di un adulto e non la voce di un bambino cui la madre giunge a raccontare ciò che avviene durante le udienze. Già la disanima dei fatti così come delineati consente di evidenziare come nel comportamento della madre già potevano essere enucleati comportamenti gravemente pregiudizievoli tenuti nei confronti dei minori. La signora AA non ha visto, in tutto questo tempo, malgrado i numerosi supporti offertile, la sofferenza dei propri figli, li ha privati della figura paterna per oltre due anni, accecata dai propri conflitti non ha visto i bisogni dei bambini, neppure si è lasciata aiutare a vederli, violando gravemente, ripetutamente e pervicacemente i propri doveri di madre, li ha senza ragione e motivo alcuno, sradicati dall’oggi al domani dal luogo in cui vivevano e andavano a scuola per portarli in Spagna , quando stava per iniziare il percorso di riavvicinamento al padre.
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Non altrettanto è a dirsi del padre che non solo non ha commesso alcun abuso sulla figlia XX, ma che risulta durante tutto l’iter processuale aver seguito le indicazioni dei servizi, rispettato i tempi dei figli, con pazienza, costanza, impegno, davvero non comuni in una situazione di grande difficoltà, sicché la domanda di decadenza formulata nei suoi confronti appare francamente un fuor d’opera.
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Secondo la CTU (consulente tecnico d’ufficio) in YY e XX sono rilevabili tutti gli aspetti di un rapporto alienato tra figlio e padre, seguendo le valutazioni di Gardner la consulente qualifica la PAS (sindrome di alienazione genitoriale) di livello grave per XX e lieve per la sorella.
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Tutti gli indicatori evidenziano lo sforzo volto alla eliminazione non solo della figura paterna, il padre, significativamente veniva indicato con il termine “lui” ed il nuovo compagno della madre veniva chiamato “papà”, ma di tutto il contesto “paterno”.
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Ritiene dunque il Tribunale che sussistano gli estremi di una vera e propria sindrome di alienazione genitoriale posta in essere dalla madre AA in danno e pregiudizio dei figli XX e YY. Per tali ragioni e per quanto finora esposto ella va decaduta dalle funzioni genitoriali.”
Fonte: l’Altopiano, 17 ottobre 2009, www.giornalealtopiano.it
landi davide
Sono padre anch’io ed ho avanzato, nel 2010, richiesta al TM di Salerno la pronuncia di decadenza della potesta’ genitoriale nei confronti della madre dei miei figli. Nonostante che la CTU avesse rilevato la PAS grave sui miei figli nel 2011, ad oggi il Presidente del TM non ha ancora decretato l’allontanamento dei bambini dalla madre. Nell’udienza di decisione, l’avvocato dei minori ha chiesto la loro audizione (i miei figli sono nati uno nel 2005, l’altro nel 2006), il Collegio l’ha disposta per il 5.11 p.v.
E’ giusto che i miei figli continuino a non avere rapporti con meda oltre due anni?