Madre perde il figlio, suicida a causa dell’alienazione genitoriale – Pamela Richardson

coverUna travagliata  vicenda, e come epilogo il suicidio del figlio. Questo libro è la storia di una madre che ha perso il figlio a causa dell’alienazione genitoriale. Il padre del bambino lo ha indottrinato e lo ha spinto a odiare la madre.

Cosa significa alienazione genitoriale? Nel mio caso ha significato perdere un figlio.  Quando Dash aveva 4 anni io e suo padre ci separammo. Io andai via e il mio ex partner Peter la prese male e cominciò ad insegnare a nostro figlio  passo dopo passo a rifiutarmi. Alienazione genitoriale significa che un genitore nutre odio patologico, e l’altro rimane passivo,  mentre un bambino viene usato come arma di guerra.  Quando nostro figlio Dash è stato preso in questo meccanismo e manipolato, il risultato è stato che il bambino ne è uscito trasformato in un soldato, per una guerra contro di me.

Sito del libro A Kidnapped Mind

Pamela Richardson ha partecipato alla puntata “Poisoned minds” della trasmissione W5 della Televisione canades CTV. Questa è la parte più importante della sua intervista, seguita dalla trascrizione in italiano:

Intervista a Pamela Richardson sull'alienazione genitoriale – CTV W5 "Poisoned Minds"

CTV: Amava tutti e due i suoi genitori, come tutti i bambini. Ma l’ex marito di Pamela avviò una guerra terribile usando Dash come arma, una guerra che vinse nonostante avesse problemi di alcol e droga.
CTV: “Come è potuto capitare che è stato il padre ottenere l’affido di Dash?”
PAMELA: “Questa è la domanda da un milione di dollari, penso. Posso dire che in sintesi lui era un avvocato penalista, molto noto presso il tribunale di Vancouver, ed era conosciuto dagli altri giudici perchè i giudici prima fanno l’avvocato, e quindi conosceva il sistema…”
CTV: Così Dash viveva con il padre ma Pamela avrebbe dovuto vederlo per metà del tempo. Ciò nonostante l’ex marito trovò il modo anno dopo anno di impedire le visite di Pamela al figlio.
PAMELA: “Non vedevo Dash per mesi, e continuavo a fare le cose classiche che fanno i genitori in questi casi, lasciavo biscotti sulla porta di casa, telefonavo, mandavo biglietti o fax, cercavo di vederlo a casa di un amico. Facevo ogni cosa possibile per tentare di tenere in vita un filo di relazione.”
CTV: “E periodicamente lei tornava in tribunale per cercare di ottenere l’applicazione del diritto di visita. E che valore aveva il pezzo di carta che diceva che lei aveva diritto di vedere il figlio?”
PAMELA: “Nulla, non valeva niente”
CTV: Col passare degli anni Pamela si rendeva conto che il ragazzino un tempo affettuoso, il figlio che amava passare il tempo con la mamma, stava diventando vittima di quello che chiama “un rapimento mentale”, con solo qualche momento felice e poi di nuovo l’ansia e la paura con un padre che lo stava avvelenando contro la madre.
PAMELA: “Continuavo a telefonare, e ogni genitore che è passato per questo sa quanto sia difficile dal punto di vista emotivo continuare a tentare, non arrendersi, non lasciare perdere”.
CTV: “Smise di chiamarla mamma, la chiamava in modi orribili, cagna, puttana, e questo lo faceva di frequente…”
PAMELA:“Sì, c’era un bel po’ di linguaggio volgare…”
CTV: “Che cosa pensa serva per trasformare un ragazzino che amava la sua mamma in un figlio rude e violento che rifiuta di vedervi?”
PAMELA: “Quello che fanno i genitori che commettono questo tipo di abuso è usare l’affidamento come una opportunità per isolare il figlio e per programmarlo”.
CTV: Dash diventò adolescente, alienato e isolato dalla madre per anni. Cominciò ad affondare, con problemi a scuola e sintomi di depressione.
PAMELA: “Stava in giro con lo skateboard fino alle tre o le quattro di mattina, e non c’era nessun controllo, nessuna supervisione. E questo mi spaventava a morte.”
CTV: “Cosa faceva il padre?”
PAMELA: “Negava tutto, ‘sta bene, sta bene’ diceva, l’unica cosa che lo disturba è quando deve vederti”.
CTV: Le cose peggiorarono, alcol droga e problemi con la legge. Pamela continuò la sua battaglia, addirittura fino al punto di ottenere l’affidamento. Ma Dash era completamente alienato e continuava a stare con il padre.
PAMELA: “Viveva con il padre, ma in realtà stava vivendo per la maggior parte del tempo in un’automobile. E c’erano sempre più occasioni di litigio con il padre di questo giovane triste, malato e ferito emotivamente”.
CTV: Il primo gennaio 2001 il ragazzo che un tempo era stato un bambino pieno di gioia è salito sul ponte Granville di Vancouver e all’età di 16 anni si lanciato a braccia spalancate verso la morte.
PAMELA: “Questa cosa è reale, è veramente un abuso sui minori…”
CTV: “Ed il rischio di lasciarlo continuare, cosa comporta?”
PAMELA: “Altre morti…”

Pamela Richardson in una intervista radiofonica rilasciata alla CBCradio, ha raccontato un dettaglio molto importante.

CBCradio: “Che cosa è accaduto nell’ultimo periodo prima della morte”.
PAMELA: “Stava affondando, non andava più a scuola e viveva chiuso nella sua stanza che aveva dipinto di nero. Io avevo ottenuto l’affido e con una ricerca avevo trovato una scuola in California che si occupava di minori con problemi psicologici. E sono riuscita a portarlo in questo programma efficace per il recupero. E il padre, quando ha saputo che stava migliorando, è andato in tribunale, e senza neppure citarmi ha ottenuto un decreto in suo favore e lo ha riportato a casa. E Dash dopo otto settimane si è ucciso.”

La signora Richardson ha dato vita ad una fondazione a cui affluiranno tutti i ricavi del libro dedicato a Dash.

For more information, please email us at info@akidnappedmind.com.

Contributions to the Dash Foundation can be sent to:

The Philanthropy Preceptorship Fund
c/o The Dash Foundation
5th Floor – 1508 West Broadway
Vancouver BC V6J 1W8
Canada

Visualizzazioni dopo 11/11/11: 12182

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *