“PAS, l’avvocato ed il Giudice: il rischio della complicità; inconsapevole?” — della dott. Laura Spagnolo


Che fare? La responsabilità della PAS è del genitore alienante, che è accecato dall’odio.

Egli deve essere aiutato a vedere la gravità delle conseguenze del proprio comportamento sui figli e, laddove persistesse in tale comportamento subdolamente abusante, deve essere punito con ammonimenti fino ad arrivare alla revoca del provvedimento di affidamento dei figli ed alla decadenza dalla potestà genitoriale.

Egli deve comprendere che si sta macchiando di una colpa grave, come il danneggiamento psicologico permanente di un figlio, e, pertanto, non può farla franca e restare impunito, convinto di essere al di sopra di ogni legge.

È indispensabile una sinergia tra operatori della giustizia (avvocati, giudici, i quali appaiono del tutto impreparati a comprendere la gravità di tali comportamenti abusanti per lo sviluppo psicologico del bambino che ne porterà i segni per tutta la vita) e psico-professionisti (consulenti tecnici, psicoterapeuti). Solo in questo modo il bambino sarà riportato ad uno sviluppo psicologico normale.

  1. Sinergia tra operatori della giustizia (avvocati, giudici) e psico-professionisti (consulenti tecnici, psicoterapeuti): una chiara e rapida azione giudiziale, mirata a scoraggiare in qualunque modo – anche ricorrendo all’allontanamento del genitore abusante qualora questi s’irrigidisse nella sua posizione – qualsiasi tentativo di sabotaggio da parte del genitore alienante. Meglio la famiglia di un parente o di un estraneo che la presenza dell’abusante.
  2. La psicoterapia con i figli deve adottare i principi simili a quelli della deprogrammazione (deprogramming) attuata con i prigionieri che sono stati indottrinati dalla propaganda nemica, subendo il lavaggio del cervello, al punto di arrivare a manifestare una pubblica avversione verso il loro paese d’origine.

Lo psicoterapeuta deve imparare a non prendere troppo sul serio le lamentele dei figli e capire che non deve consentire loro di poter decidere di respingere il genitore alienato.   Lo psicoterapeuta deve evitare di aggiungere violenza a violenza, ipotizzando che la frequentazione padre-figlio rappresenti una forzatura e non la pura e semplice normalità ripristinata. In questo modo si applica la migliore terapia che consiste nel dare ai figli la possibilità di sperimentare che il genitore alienato non è così disprezzabile o pericoloso, come gli è stato fatto credere.

Nei casi di PAS di tipo grave il conflitto di lealtà del bambino risulta così acuto da rendere impossibili gli incontri. Questo implica che gli incontri vanno prima predisposti dallo psicoterapeuta e che non vada assegnata ai figli la responsabilità della decisione dell’incontro ma che essa provenga dalla psicoterapeuta o dal Giudice.

La migliore terapia consiste nel dare ai figli la possibilità di sperimentare, in una frequentazione priva d’ostacoli ed influenzamenti del genitore  alienante, che il genitore alienato non è così disprezzabile o cattivo come gli è stato dipinto.

Resoconto della dott.ssa Laura Spagnolo (psicologa, psicoterapeuta, CTU) e dell’Avv. Rodolfo Tullio Parrella (Membro dell’Osservatorio sul Diritto di Famiglia) al convegno del 7/3/2009 su “Abusi sui Minori: tutela penale e civile – L’Avvocato del Minore” tratto dal sito web dell’Ordine degli Avvocati di Salerno che anche fornisce le relative trasparenze.

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