Ha capito di essere stata alienata solo da adulta: una storia come tante

Questo è un commento lasciato ad un blog che pubblica spesso post per negare l’esistenza dell’alienazione parentale. Una lettrice si è sentita in dovere di rispondere e ha lasciato questa testimonianza. La riproponiamo qui per assicurarne la massima diffusione. In un altro commento la stessa commentatrice ha detto di essere una giornalista che scrive spesso articoli su questi temi. Se vorrà lasciare i suoi commenti anche qui, saremo felici di discutere con lei della tematica anche su questo blog.

Mia madre è stata sottile. Lei non parlava apertamente male di mio padre, era ed è troppo intelligente.
E’ partita da quando ero piccola: non ci si può fidare degli uomini. Difenditi da loro (da TUTTI loro). Non condividere i tuoi segreti, le tue aspettative, i tuoi sogni con un uomo: sono tutti cattivi, sono tutti violenti, chi più chi meno. Quando avrai un ragazzo è importante che mamma sia d’accordo, perchè ho più esperienza e so cosa è meglio per te.

Quando mio padre se n’è andato di casa e ci ha lasciato per andare a convivere con un’altra donna, io pensavo non volesse più vedermi. Non veniva, non mi chiamava. Poi, qualche hanno fa, ho scoperto che mia madre gli impediva di vedermi e mi diceva che papà “non è potuto venire”, facendo una finta lacrimuccia e velatamente sottintendendo che non era venuto perchè ormai non ci voleva più.
La mamma è perfetta, la mamma è quì, è l’unica che può sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato, ma la mamma è anche debole.
Ha abbandonato il lavoro per TE, per la sua piccola, in una perfetta figura immolata al bene della progenie. La verità? Ha lavorato per qualche anno, ma non è mai riuscita a tenersi un lavoro perchè incapace di relazionarsi al resto del pianeta.

Adesso arriva il “bello”: arriva il fax con i documenti del divorzio, ero presente anche io quel giorno, tutto pronto. Il giorno dopo avrebbero dovuto firmare le carte. Dopo 5 giorni mio padre torna a casa con noi. Bho? chi li capisce gli adulti (avevo 8/9 anni in quell’anno).

Anni dopo, visto il mio rapporto disastroso e contrastato con mia madre, mio padre decide di dirmi cosa successe: perchè non sono stupida, gliel’ho chiesto per anni perchè improvvisamente avesse lasciato l’altra donna per tornare a casa.
Dopo anni di domande, arriva la risposta: mi ha minacciato di denunciarmi per violenza sessuale nei tuoi confronti. Ha contattato avvocati, ha chiesto consiglio a un amico poliziotto, è arrivato addirittura a parlare con un conoscente giudice. La situazione non era dimostrabile in tribunale. All’epoca si credeva ciecamente alla parola delle mamme, che potevano usare questo privilegio in modo terribile. Mia madre era pronta a convincermi che mio padre mi avesse fatto violenza. Non ci voleva tanto: ero nelle sue mani a quell’età. Ero completamente malleabile, e comunque una bambina in mano a una pazza.

Ho notato che difendi le donne a prescindere, come categoria, ma forse dovremmo difendere le singole persone, valutando i loro comportamenti. Io mi sono salvata perchè ho un carattere forte e ribelle, che mi ha portato a scappare da casa mia, a rifuggire mia madre, a mettere in discussione e apertamente andare in guerra con quel genitore evidentemente malato.

Porto le cicatrici ancora adesso, perchè la violenza non finisce mai. E combatto ogni giorno per evitare che qualunque altro bambino debba subire quello che ho subito io e che ha subito mio padre, che ha dovuto lasciare una persona che amava e con cui conviveva da un anno per tornare sotto ricatto a “casa”. Ed è tornato anche per non lasciarmi sola con lei, per vegliare che non mi traviasse e turbasse. Ci è riuscito solo in parte, ma la mia risposta è: la mia storia è diversa perchè mio padre si è piegato a un ricatto spregevole e a una donna disturbata, che per quanto mi riguarda potrebbe bruciare nelle fiamme dell’inferno.

Ripeto: facile parlare di dati, statistiche, fatti di cronaca portati come un vessillo contro il patriarcato e il mondo degli uomini. Per quanto mi riguarda due uomini (mio padre e il mio futuro marito) mi hanno salvato, e una donna mi ha condannato. La differenza tra me e la maggioranza dei commentatori qui è che io riconosco che possono esserci degli uomini cattivi fuori dalla mia cerchia, loro non riconoscono che ci possono essere delle donne disturbate, e che le leggi di 15 anni fa le tutelavano in modo spropositato, mettendole al riparo da qualsiasi azione legale.

Questa è la mia storia. Ce ne sono tante altre, ma questa è la mia, e spero che faccia aprire gli occhi a qualcuno.

Fonte/Credits: commento di alberodellavita2 sul blog il Ricciocorno

5 Comments

  1. Gianni

    la testimonianza della giornalista (vera, mentre qualcuno sul solito fogliaccio negazionista ne ha posto in dubbio l’autenticità) è importante.
    Dovrebbe essere in tanti e in tante, ora adulti, a denunciare i genitori prevaricatori e alienante.
    Certo, ci vuole tempo. Occorre prima di tutto che questi ex bambini ed ex bimbe diventino adulti: ci vogliono anni e anni. Inoltre non sono in una posizione facile perchè devono comunque andare (spesso) contro le loro madri, la categoria che solitamente commette atti di alienazione genitoriale, spesso in concorso con il resto del ramo parentale (nonne, nonni, zii, cognati ecc.).
    Si tratta di andare, da adulti EX alienati, contro interi rami parentali, coalizzati nel costruire false accuse e nel distaccare, deprivare totalmente un figlio da una importante figure genitoriale (spesso il padre, ma accade molto spesso che sia la madre).
    Ringrazio questa coraggiosa persona, alla quale stringo idealmente la mano come padre separato, vittima di una ingiusta orribile e di un abuso tra i più gravi speci quando siamo onesti, corretti, laboriosi, e al di sopra di ogni sospetto.

  2. Gianni

    forse è più corretto chiamarli “figli alienati cresciuti”
    e non Ex alienati, perchè questi figli, toccati negli affetti, deprivati di una crescita
    sana, anche se un giorno si libereranno della manipolazione psicologica che hanno
    costruito, saranno comunque alienati.
    Ci sarà sempre un genitore vittima di un meccanismo di alienazione e spesso
    accade che sia proprio il genitore alienante a pagarne le spese….un brutto giorno.

  3. fabiana fioramonti

    purtroppo non so come finirà questa mia vicenda madre di 4 figli alienati dal padre da 3 anni che sono separata forse li avro visti una decina di volte il loro odio la loro noncuranza nei miei confronti è palesemente evidente e dettata da quell uomo malvagio che li plagia costantemente …
    prego tutti i giorni che quei ragazzi ma che dico bambini perche sono piccoli riescano a vedere la luce è come fossero intrappolati dentro se stessi ..
    la legge lentissima purtroppo mi costringe ad aspettare forse il nulla ..ma non mi arrendo …

  4. Minerva

    Ho 60 anni e tre figli adulti. Ci è voluto quasi mezzo secolo per capire appieno quello che mi aveva fatto mia madre.Dopo infinita,profonda, sofferenza e una vita costantemente influenzata/tarata dalle manipolazioni e gli imprinting malati di una genitrice affetta da disturbo borderline/narcisistico di personalità posso dire di essere consapevole degli abusi psicologici e fisici a cui sono stata sottoposta.
    I miei genitori,entrambi originari di in paese del nord Europa,si sono separati quando io avevo 1 anno.Non ho mai conosciuto mio padre che mi è stato dipinto come un mostro di freddezza e violenza.Mia madre mi portò,ancora in età prescolare,in Italia dove nessuno avrebbe fatto domande su ciò che si lasciava alle spalle e nessuna Autorità avrebbe messo in discussione il suo”diritto di proprietà”su di me.Allora nè io,nè lei,parlavamo l’italiano e, mentre lei cercava un nuovo marito italiano, io venivo semplicemente appoggiata e dimenticata dove capitava.La mia infanzia è stata un’infanzia abusata,isolata e senza altri familiari che mia madre e il suo nuovo, giovane, marito.Non ho mai avuto contatti con mio padre che è morto quando io ero ventenne e appena sposata.Mia madre mi ha sempre detto che, se avessi provato a contattarlo, lei mi avrebbe buttata sulla strada e nn avrebbe voluto mai più avere a che fare con me.Non ho mai avuto il coraggio di contraddirla,su questo semplicemente perchè non ero in grado di reggere,psicologicamente,ad altre delusioni e contrarietà. Adesso che lei soffre di demenza ed è ricoverata in una Residenza Assistita, dopo una vita di alcolismo capisco,dalle sue ossessive e “impaurite” domande se avessi contattato mio padre o i suoi (nuovi) figli, che mi ha raccontato bugie su di lui per tutti questi anni.Ormai è troppo tardi per qualunque cosa.Non ho conosciuto un padre che avrebbe potuto rivelarsi qualcosa di meglio del mostro che lei ha sempre descritto.Non conoscerò i miei fratelli (tutti con famiglie proprie in altri paesi)che non hanno nessun interesse a rinvangare vecchie, tristi storie.
    Sono contenta che in Italia ci sia, finalmente, attenzione per il destino dei minori ed il loro diritto a conoscere ENTRAMBI i genitori e farsi un’idea autonoma di essi e della loro capacità di amare.Se mia madre fosse rimasta nel suo paese, io sarei cresciuta,senza ombra di dubbio,in una famiglia adottiva e avrei avuto,forse,una possibilità di essere amata e accudita come ogni bambino merita.Nel paese da cui provengo la valutazione delle situazioni a rischio per i minori veniva fatta da un Ente apposito già negli anni ’60.Alla ragazza della lettera di apertura posso solo consigliare di informarsi e compiere un duro,ma fruttuoso per la propria crescita personale,lavoro di ricerca su se stessa e la personalità psicologica dei suoi genitori.E’ un percorso lunghissimo ed irto di ostacoli e rovesci.A volte dura letteralmente una vita.Ma è l’unico che serve a sopravvivere.

  5. anîren

    Ho letto con molta comprensione la tua storia, mi ha toccato le corde del anima, poiché il dolore che si prova anche in età avanzata non smetterà mai di far male. Anche io come te una simile situazione. Mia madre che parla male ai miei figli di me, che sono sua figlia. Alienazione a go go…

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