L’appello di una famiglia per le loro figlie

L’alienazione genitoriale è solitamente un abuso compiuto sui figli da un genitore accecato dall’odio contro l’altro genitore.  Gli stessi meccanismi alienanti vengono lucidamente descritti nell’appello pubblico di una mamma, le cui figlie sono state allontanate dalla propria famiglia in difficoltà (papà e mamma naturali) ed affidate ad un’altra coppia:

ebbe inizio una continua lotta per vederle, la donna si inventava sempre nuove scuse per non permetterci di incontrare le nostre figlie […]

Il 12 maggio 2004 è stato l’ultimo giorno che ho visto le mie creature. Ricordo lo sguardo triste che mi hanno rivolto quando le ho abbracciate per salutarle per l’ultima volta: le piccole già sapevano, già “alcuni” avevano detto alle mie figlie che non potevano tornare a casa.  […]

Da quel giorno “la signora …” si è impadronita delle mie figlie, le ha plagiate, ha fatto credere loro che la vera mamma non le cercava più, ha preteso e insistito che “…” e “…” la chiamassero “mamma” contro la loro volontà. Già nei primi tempi che le erano state concesse in affido, “…” si infastidiva se le bambine avevano un pensiero gentile per me e quando tornavano nella sua casa, dopo l’incontro con noi genitori, lei si faceva trovare piangente, si mostrava dispiaciuta ai loro occhi per farle sentire in colpa, per provocare sentimenti di pena nei suoi confronti. Questo è quanto M e S mi raccontavano quando riuscivo a rivederle nei nostri incontri. Le mie figlie sono state usate per accontentare una “povera donna egoista” che tentava invano di avere figli propri; sono servite per rendere felice la coppia di coniugi ricchi e potenti che avevano ordinato e preteso le “due sorelle” ai servizi sociali di …; hanno subito il lavaggio del cervello affinché diventassero “le figlie” della coppia, hanno subito nella loro psiche una sottile e rischiosa manovra che pian piano, sin dalla fine del 2003, le ha portate a “dimenticare” la famiglia d’origine, costrette inconsciamente a tagliare qualunque legame con i genitori, il fratello maggiore, i nonni materni e paterni.

Ad un certo punto mi sono ritrovata, straziata dal dolore, a subire un intervento chirurgico. Ed è stato proprio allora che la signora ha preso la palla al balzo, ha reso delle folli e false dichiarazioni contro di me […]

E così “…” e “…” credono che le ho abbandonate, perché in questi sei anni hanno subìto la falsità e hanno vissuto nella bugia, nella convinzione che qualcuno ha inculcato nella loro mente: la mamma non le ha cercate e le ha abbandonate. Questo è la mia pena straziante, sapere che le mie figlie mi pensano la madre che non sono, sapere che nel loro intimo soffrono per questa falsità e vivono con questa bugia, sapere che sono state costrette a crescere con la donna che le ha plasmate come voleva, come le è stato permesso di fare, le ha rese dipendenti da lei, le ha convinte di stare bene nella sua casa e non aver bisogno di tornare da me. Nessuno si rende conto che se le mie bambine non sapranno al più presto la verità, si porteranno dentro una sofferenza infame, proprio per il fatto che si sono sentite abbandonate e sono state costrette a crederlo.

L’avvocato […] ci tiene molto a farmi sapere che le mie figlie non mi vogliono, mi rifiutano, rifiutano il mio contatto.

Questa mamma, pur non conoscendo l’alienazione genitoriale, ne ha colto i punti essenziali.

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