Un anonimo blogger “negazionista” – ovvero che nega l’esistenza dell’alienazione genitoriale – si è trovato ad esprimere una “excusatio non petita”, cioé una giustificazione non richiesta che si trasforma in accusa manifesta.
Perché si agita tanto il blogger negazionista? Sembra che la traduzione italiana del DSM5 parli di alienazione al capitolo “Altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica“. Cioé tutto il castello negazionista basato sul sostenere cocciutamente che poiché nel DSM non c’è il termine alienazione parentale, allora questa non esiste, rischia di crollare miseramente. Che fare? Il blogger denuncia la scorrettezza della traduzione. Vediamo il passo citato dalla fonte negazionista:
Problemi cognitivi possono comprendere attribuzioni negative alle intenzioni altrui, ostilità verso gli altri, o rendere gli altri il capro espiatorio, e sentimenti non giustificati di alienazione
In inglese il passo corrispondente è “Cognitive problems may include negative attributions of the other’s intentions, hostility toward or scapegoating of the other, and unwarranted feelings of estrangement”.
Il blogger negazionista fa una tirata sul fatto che “estrangement” non andrebbe tradotto in italiano con “alienazione”. E cita come fonte il dizionario online Wordreference. Il tutto condito con accuse di manipolazione delle fonti che immaginiamo dirette contro il nostro blog. Ma le accuse tornano con effetto boomerang al mittente. Perché proprio Wordreference dice esattamente il contrario:
WordReference English-Italiano Dictionary © 2014:
Principal Translations/Traduzioni principali estrangement n (separation, alienation) separazione, alienazione nf alienamento, allontanamento nm
Quindi dal punto di vista meramente lessicale, tradurre estrangement con alienazione è assolutamente corretto, infatti i due termini secondo Wordreference sono sinonimi anche in inglese.
Ringraziamo quindi l’anonimo negazionista per aver fornito questa preziosa traccia che altrimenti sarebbe sfuggita ai non addetti ai lavori. Probabilmente il maldestro autore del blog è un professionista del campo della salute mentale che deve tenere costantemente aggiornata la sua biblioteca con le nuova traduzioni. Grazie a lui ci è possibile approfittare di questo prezioso lavoro.
Per quanto riguarda la correttezza della traduzione non ci esprimiamo, ci atteniamo alle valutazioni dei professionisti italiani che hanno curato la traduzione del DSM5. L’unica cosa certa è che l’alienazione nel DSM5 in italiano adesso c’è. Non solo come concetto ma anche come termine lessicale. A questo indirizzo si può leggere integralmente la parte dedicata all’alienazione come problema genitore-bambino nella traduzione italiana del DSM-5:
http://www.alienazione.genitoriale.com/i-sentimenti-non-giustificati-di-alienazione-nel-dsm5/
Luca RB
A questo link
http://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2014/07/13/lalienazione-genitoriale-e-gli-errori-di-traduzione/
un altra blogger negazionista si è messa a fare le pulci alle traduzioni. Si vede che non hanno proprio altro santo a cui votarsi. C’è una bella differenza tra l’errore di traduzione che segnala lei, e quello fatto nel post che segnalate qui, in un caso il senso non cambia, nell’altro è completamente l’opposto.
Ancora calunnie ai magistrati dai negazionisti dell’alienazione parentale | Alienazione Genitoriale
[…] un precendete post di questo blog avevamo segnalato il tentativo di far passare per errore di traduzione l’inclusione nel DSM5 del termine […]