Conosciuta anche come PAS, questa forma di violenza emotiva nei confronti del bambino insorge nei casi di divorzio o separazione altamente conflittuali. Nei casi più gravi genera depressione, vissuti di abbandono e angoscia. Ecco come riconoscerla.
Sindrome di Alienazione Genitoriale, cos’è
La sindrome di alienazione genitoriale (parental alienation sindrome) detta PAS, anche se non compare all´interno dei criteri diagnostici del DSM IV, consiste in una vera e propria patologia individuata dallo psichiatra Richard Gardner negli anni ´80.
Quando e come insorge la Sindrome di Alienazione Genitoriale
Essa insorge nei casi di divorzio o separazione in seguito alle controversie per la custodia dei figli. Si tratta infatti di separazioni altamente conflittuali, non adeguatamente mediate. Gardner definisce la PAS come “quella situazione in cui un genitore, detto genitore “alienatore”, attiva un programma di denigrazione contro l’altro genitore, detto genitore “alienato”, utilizzando e manipolando il figlio”.
Le tecniche di denigrazione prevedono false accuse di trascuratezza, violenza o abuso (anche sessuale) costruendo così una realtà virtuale familiare di terrore e vessazione. Come conseguenza quindi il bambino manifesta profondi sentimenti di paura, diffidenza e odio verso il genitore alienato.
Si allea quindi con il genitore alienante ed esprime in modo apparentemente autonomo astio, disprezzo e denigrazione verso il genitore alienato.
Pertanto il bambino mostra un rifiuto immotivato a mantenere i rapporti con questo genitore il quale viene percepito come persona malvagia. In presenza però di reali abusi o trascuratezza, la diagnosi di PAS non è applicabile.
I livelli di alienazione della PAS
Esistono tre livelli di alienazione: lieve, moderato e grave.
lieve: il bambino si mostra semplicemente di cattivo umore nei confronti del genitore alienato;
moderato: il bambino si dimostra poco rispettoso nei confronti di questo genitore;
grave: il bambino esprime spiccata ostilità fino a manifestare comportamenti violenti nei confronti del genitore bersaglio.
Sindrome di Alienazione Genitoriale – Conseguenze:
Gardner osserva come questo disturbo consista in una vera e propria “ forma di violenza emotiva”nei confronti del bambino in quanto in grado di produrre profondi vissuti di perdita, di lutto che possono in seguito sfociare in manifestazioni depressive, o vissuti di abbandono che possono generare angoscia.
Sindrome di Alienazione Genitoriale – Sintomi:
La sindrome da alienazione genitoriale si manifesta attraverso otto sintomi principali:
campagna di denigrazione: il figlio mima o scimmiotta messaggi di disprezzo del genitore alienante verso l’altro genitore. In tale contesto infatti il genitore alienante non solo non mette in discussione la mancanza di rispetto, ma addirittura può favorirla.
razionalizzazione debole dell’astio: il bambino riporta le ragioni del suo disagio nel rapporto con il genitore alienato con motivazioni illogiche, insensate o superficiali.
mancanza di obbiettività: il bambino infatti descrive il genitore rifiutato come completamente negativo, in contrasto con l´altro genitore visto che viene percepito esclusivamente in termini positivi.
fenomeno del pensatore indipendente: il bambino dichiara di aver elaborato in modo autonomo e spontaneo la denigrazione nei confronti del genitore alienato senza aver subito l´influenza dell´altro genitore.
appoggio incondizionato ed automatico al genitore alienante: è una presa di posizione in cui il bambino si allea sempre ed esclusivamente a favore del genitore alienante.
assenza del senso di colpa: il bambino non prova alcun senso di colpa quando manifesta la propria denigrazione nei confronti del genitore alienato.
scenari presi a prestito: il minore utilizza parole o descrive situazioni normalmente non conosciute da un bambino di quell’età per descrivere le colpe del genitore escluso.
estensione delle ostilità alla famiglia allargata del genitore rifiutato: il minore include nelle sue ostilità anche la famiglia di origine del genitore alienato, gli eventuali componenti della sua nuova relazione (es: compagna/o), amici e conoscenti.
Fonte: www.ariannascarpellini.com