Il caso di quattro figli di un cittadino americano residente a Firenze sottratti dalla madre e portati illegalmente in Russia ha fatto venire alla ribalta anche la storia della nonna materna dei bambini. Questa donna ha rischiato di perdere l’affido del figlio minore a causa di un tentativo di manipolazione perpetrato dalla figlia che ha formulato false accuse nei suoi confronti.
La storia si può leggere sul blog creato dagli amici del padre (Bringflorentinekidshome) che ha pubblicato vari documenti sulla vicenda tra cui una ricostruzione della relazione tra la nonna materna e la figlia, cioè la donna che nel 2011 ha sottratto i figli per portarli a San Pietroburgo in Russia.
Visualizzazioni dopo 11/11/11: 4769Io sottoscritta I. G., nata il 5 febbraio del 1941 a Mosca (Russia), cittadina americana, residente in California (USA), dichiaro quanto segue:
1. Sono la madre di M. A. G., nata a Mosca il * -* -1966. Nonostante sia la nonna materna dei quattro figli nati dall’unione di M. e di suo marito, in vita mia non li ho mai visti o parlato con loro. Per ragioni che emergeranno chiaramente dal prosieguo della mia dichiarazione, non vedo M. da più di 14 anni, e ho paura di lei e di quello che potrebbe fare nel caso provassi ad incontrare i miei nipoti.
[…]
9. Più tardi, M. si mise in testa di distruggere ogni residuo collegamento con me, di screditarmi come madre, e di revocare la mia potestà parentale nei confronti di mio figlio. Una cosa che mi fa soffrire ricordare persino oggi, furono gli sforzi di M. di farmi dichiarare incapace ad essere madre di suo fratello, e di darlo in affidamento ad un’altra famiglia. Chiese la revoca della mia potestà genitoriale, in modo da farsi dichiarare tutore legale, e così poteva prendere i benefici economici del governo per conto di suo fratello, anche se non era sua intenzione prendersi cura del fratello. Infatti, aveva già individuato una famiglia che avrebbe dovuto prendersi cura di lui, nel caso fosse riuscita a far revocare la mia potestà genitoriale.
10. Nello sforzo di far revocare la mia potestà genitoriale, M. produsse false dichiarazioni su di me e suo fratello alle autorità. Dichiarò che non gli avevo dato un proprio letto, che non lo mantenevo, e che abusavo di lui. Non erano solo false dichiarazioni, ma cose scioccanti e assurde da dire di una madre che, nell’interesse dei suoi figli, aveva affrontato sforzi enormi per trasferirsi con i suoi figli in un altro paese dove avrebbero potuto iniziare una nuova e migliore vita, e questo senza avere nemmeno un parente negli Stati Uniti. Ma M. allora era una giovane donna che frequentava l’università, il suo inglese era migliore del mio, e conosceva persone che le avrebbero creduto senza chiedere quale fosse la verità. Convinse suo fratello, che all’epoca aveva 14 anni, a confermare le sue dichiarazioni contro di me. Nonostante M. lo avesse preparato ad accusarmi e lui fosse profondamente spaventato da sua sorella, lui negò le dichiarazioni, disse che non voleva andare a vivere nella famiglia addottiva che M. gli aveva trovato, né che voleva vivere con la sorella. Da quel momento, M. e suo fratello non si parlano quasi mai.
11. Contemporaneamente ai suoi tentativi di togliermi la potestà genitoriale di mio figlio, mi denunciò ai Jewish Family Services di Los Angeles, un ente dei servizi sociali, raccontando che ero una malata di mente e una madre che abusava del proprio figlio.
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