COME UN PIATTO del servizio Bone China. O la casa al lago. Ammettiamolo oramai anche i bambini rientrano nel1’inventario del “fattore d”, il fattore divorzio. Tirati in una guerra che non è la loro. Quegli stessi bambini che magari sono stati voluti a tutti i costi, viziati, coccolati, messi al centro del mondo familiare. Perché la prima contraddizione è proprio qui: da un lato la società ne fa dei piccoli Buddha, dall’altro li lascia in balia di genitori che, quando il rapporto si rompe, se li contendono come un pezzo di arredamento, Fino a eccessi che, in alcuni casi, rasentano la follia.
Ma chi poteva prevederlo, per esempio, per Alessia e Livia Schepp? Che quelle due bimbe bionde e paffutelle sarebbero state rapite e, forse, uccise da un padre in grado di portarle sulle spalle, insegnarloro a nuotare o ad andare sul triciclo nel bel giardino della casa in Svizzera? Chi poteva immaginare che il tranquillo ingegner Schepp potesse arrivare a tanto? Oggi tutti lo descrivono come un papà modello, persino la moglie Irina dalla quale si è separato dolorosamente. Secondo Cara Tabachnick, di The Crime Report, «solo nei primi nove mesi del 2010 ben 75 bambini sono stati uccisi negli Usa da papà in causa di separazione. ll sistema non funziona». Non ha funzionato neanche per i gemelli Augustino e Gianluca e la sorellina Cecilia Riggi (8 e 5 anni), figli di un italiano, Pasquale, ingegnere alla Shell. Proprio pochi giorni fa è iniziato il processo contro la madre Theresa, accusata di triplice infanticidio: li avrebbe accoltellati, poi avrebbe appiccato il fuoco alla casa prima di lanciarsi dal balcone, ferendosi gravemente, Li aveva sottratti qualche settimana prima al padre, con il quale già da tempo era in corso un faticoso divorzio. A sentire i parenti, «Pasquale e Theresa erano genitori perfetti».
BENE, MA ALLORA COSA SCATTA? Augusta Pozzi, psicoterapeuta infantile a Milano, offre questa spiegazione:
«I bambini non c’entrano. Il vero nodo è la separazione. Spesso uno dei due coniugi la vive come un atto forzato, non la accetta. Così si difende, dice di non vedere il fallimento della coppia. Il figlio, allora, diventa il “posto” nel quale mettere in azione i conflitti. Lo strumento di lotta. Manca molte spesso fanno figli per avere uno status symbol. Per non parlare della Pas, la “sindrome da alienazione genitoriale”: quando si verifica la denigrazionene o l’esclusione di un genitore a opera dell’altro dalla vita affettiva del minore. Ho seguito da poco il caso di una mamma che ha spinto il figlio di 12 anni a odiare il padre. Senza motivo».
Ma c’è anche la storia di Olivia, 5 anni, adottata da una coppia di Rovigo, e dopo pochi mesi “restituita” la vigilia di Natale alla psicologa che li seguiva: «Ci separiamo. Non la possiamo più tenere. Provveda lei». E Olivia li ha guardati andar via stretta nel suo cappottino rosso.
In Italia, secondo le ultime stime sui bambini contesi, nel 2009 sono stati 100.252 quelli coinvolti nelle separazioni, mentre 49 mila quelli nei divorzi. Nel 2010, 150 mila. In tutto, nell’ultimo decennio, si parla di 1 milione e 400 mila figli. Anna Galizia Danovi, matrimonialista e presidente del Centro per la riforma del diritto di famiglia, ammette però che nel corso degli anni ha visto crescere il livello dello scontro tra genitori: «Un mutamento dovuto a due fattori: la crescita in positivo della donna e l’impreparazione dell’uomo che poi nella separazione, spesso vuole riprendersi il suo ruolo. Non funziona bene neanche la legge sull’affidamento condiviso, la 54 del 2006. Legge sacrosanta, ma la sperimentazione di questa normativa finora non ha consentito di utilizzarla in maniera appropriata».
NON VA MEGLIO NEGLI STATI UNITI. Lo ha estimoniato Alec Baldwin nel suo libro A Promise to ourselves, dove ha raccontato la separazione da Kim Basinger e la battaglia per la custodia di Ireland, 14 anni.
«La colpa» ha scritto l’attore, «è del sistema giudiziario. Sul divorzio ci mangiano tutti. E le vittime sono i protagonisti».
Marina Caroselli, magistrato del Tribunale dei minori di Milano, in parte è d’accordo: «I diritti del bambino spesso vengono azzerati. In alcuni casi mi chiedo perché le due persone che stanno litigando davanti a me abbiano pensato, anche solo per un attimo, di fare un figlio. Il risultato è una marea di bambini iperadattati: apparentemente tranquilli, ma in realtà dolenti. Sono in aumento anche i bambini contesi portati all’estero, spesso a loro insaputa. Come nel caso di Marina, separata da un imprenditore srilankese, che lo scorso agosto, una domenica mattina, ha mandato Luca e Cinzia, 6 e 8 anni, al parco col papà. Li ha rivisti solo a ottobre, dopo due mesi di guerra legale, quando l’ex compagno ha deciso di sospendere la “punizione” per essere stato lasciato e li ha riportati indietro dallo Sri Lanka.
Gian Ettore Gassani, presidente Ami (associazione avvocati matrimonialisti italiani), ha più volte lanciato l’allarme: «L’affidamento condiviso non ha affatto risolto il disagio dei minori, perché anche dopo separazioni e divorzi il 70 per cento dei genitori continua a confliggere e delegittimarsi. Servono urgentemente normative che impongano comportamenti responsabili a tutela dei figli.”
Nel frattempo qualcuno, per favore, lo spieghi a Olivia.
Angela Frenda
Visualizzazioni dopo 11/11/11: 4738
Hmmm… interessante 🙂
Personalmente sostengo il vostro punto di vista.
Però, a dire il vero… spesse volte sento dire “Anche se ci sono maltrattamenti in famiglia, i bambini sono coinvolti comunque, non solo quando si divorzia.”
Beh, rispondo “Se ci sono problemi in famiglia bisogna assegnare il bambino al genitore più capace…”
Il problema però è che il bambino nel 99% dei casi rimane alla madre. Quindi, il bimbo viene assegnato non al genitore più capace, ma alla madre. E questa non è discriminazione???
La differenza di genere per i casi di alienazione grave (quando i figli azzerano completamente i loro contatti con il genitore rifiutato) non è così netta come si crede. Ossia, non è vero che sono così pochi i casi di madri che perdono i contatti con i figli a causa di padri manipolatori. In ogni modo, qualsiasi sia il genere statisticamente prevalente del genitore alienante ciò che conta è che l’alienazione genitoriale è un grave abuso sui minori e come tale va trattata dalle autorità.
Non sono pochi, sono d’accordo. Ma sicuramente saranno molto di meno di quelli dei padri.
Come si fa a dirlo? Non esistono statistiche, gli operatori non si preoccupano di tracciare formalmente il fenomeno a livello nazionale. E come notano autorevoli ricercatori americani (Linda Gottlieb e Amy Baker), una donna che perde totalmente i contatti con i figli a causa dell’alienazione genitoriale subisce uno stigma sociale molto maggiore di un uomo, e quindi si vergogna e non ne parla.
Non sono uno scienziato, ma credo che sia intuibile.
Basti vedere i padri separati…
Quante madri separati vedi in strada?
Io in strada non conosco nessuno, so peró che c’è questo gruppo su facebook https://www.facebook.com/groups/178910178807845?slog=560801050&seq=1064806437&rk=0&fbtype=69&refid=46
Se non li conosci tu, non vuol dire che non ci sono. L’80% dei padri separati non riescono a vivere del proprio stipendio, vedi anche le statistiche dove si evidenziano i casi a chi maggiormente vengono lasciati i bambini ( http://www.padri.it/wp-content/uploads/2012/04/Statistiche-ISTAT.doc ).
E visto che mi citi quel gruppo, mi prendo il diritto di citarne pure io qualche altro:
https://www.facebook.com/groups/264503659491/
https://www.facebook.com/pages/SOSTENIAMO-I-PADRI-SEPARATI-CHE-NON-POSSONO-STARE-CON-I-FIGLI/111822538835091
https://www.facebook.com/pages/Padri-Separati/86618607209
https://www.facebook.com/pages/padri-separati-divorziati-sosteniamoli/227051683973397
Jan
Discutere se sono più gli uomini o le donne è inutile. Secondo me il giorno in cui saranno molte anche le madri sarà il giorno in cui si comincerà a cercare una soluzione insieme. Le vere vittime del resto sono i figli.
Rispetto il tuo punto di vista.
Ciò a cui ti riferisci è come confrontare i casi di “violenza sulle donne” e quella “sugli uomini”, ovvio che quella sulle donne è di una percentuale più alta, anche se stranamente quella sugli uomini cresce continuamente. Ma in fin dei conti è una violenza su esseri umani, punto.
Io mio padre biologico l’ho visto una volta sola nella mia vita, quindi riesco a capire ciò di cui parli.
Jan
io non riesco ancora a capire perchè questi giudici affidano il minore alla madre, con richiesta di un assegno di mantenimento, dopo che esse abbiano voluto distruggere la famiglia andando con un altro uomo…..
Direi a questo punto che essendo loro ad andar via di casa debbano versare un assegno di mantenimento, e poi si leggono o si vedono in tv uomini che uccidono la ex compagna, la vendono come gelosia, ma è un palese torto che viene inflitto all’ uomo di condizioni economiche a cui non ne ha nessuna colpa se una donna con un figlio vuole rifarsi un’ altra vita.
Quindi cari giudici con queste decisioni non fate altro che alimentare la sofferenza ed il danno subito all’ uomo