Non è un compito facile – Serena Bronda (da “Con i loro occhi” 2016)

Essere figli a volte è difficile, davvero difficile. I miei genitori si sono separati quando avevo solo due anni ed ero così piccola che non ho ricordi di quel momento. Ciò che invece ricordo nitidamente è come ho vissuto gli anni successivi, durante l’infanzia e l’adolescenza. Io e mia sorella, di due anni maggiore di me, siamo state affidate a mia madre e siamo andate a vivere con lei nella casa dei miei nonni materni, ho saputo in seguito che i rapporti tra i miei genitori erano già molto tesi quando sono nata.
Ricordo bene le domeniche in cui mio padre veniva a trovarci, o meglio ci provava, dato che mia madre lo investiva con le sue urla non appena arrivava per ricordargli che non avrebbe nemmeno dovuto presentarsi alla porta e gli impediva di avvicinare a me e mia sorella, pur di tenerlo lontano da noi molto spesso arrivava a chiamare i carabinieri e il ricordo dei giorni di festa è tristemente legato alla presenza degli uomini in divisa che si aggiravano per casa, facendo un sacco di domande e chiedendo spiegazioni, oltre che alle grida di mia madre.
Lei ha sempre parlato malissimo di mio padre, accusandolo di non volersi occupare di noi e di negarle l’assegno mensile per il nostro mantenimento, e addirittura di mentire riguardo al suo stipendio per non farci sapere che guadagnava motlo di più di quanto dicesse.
Non ha mai perso un’occasione per dipingerlo come una persona orribile, una specie di “uomo nero”.
Io non ho mai creduto alle parole della mamma, ma comunque quello che lei diceva mi influenzava moltissimo, e solo dopo tanti anni ho capito davvero quanto male mi facesse ascoltarla.
Non credo che lei si sia mai preoccupata di questo, perché il suo unico scopo era allontanarmi da mio padre ed era disposta a fare qualunque cosa pur di raggiungerlo.
Solo arrivata ai ventitré anni ho finalmente potuto ripensare in modo più distaccato e razionale alla mia infanzia e a tutto quello che è successo, ma ormai il danno era fatto.
Per molto tempo mio padre ha avuto il permesso di vedere me e mia sorella il sabato. Lui veniva a prenderci per andare a casa dei miei nonni paterni a trascorrere la giornata insieme, ma la maggior parte delle volte mia sorella decideva di rimanere a casa, io sceglievo di andare con lui perché non volevo che soffrisse vedendosi respinto dalle sue figlie, e mi sembrava giusto stargli vicino almeno un giorno alla settimana.
Anni dopo mia mamma ha deciso di andare a vivere con il suo nuovo compagno, al quale era già legata da tempo.
La sua nuova vita però, non contemplava la presenza di mia sorella, ma solo la mia, così un giorno è venuta a prendermi al ritorno da una gita scolastica e mi ha portato via dalla casa dei nonni materni con i quali vivevo.
Da quel momento sono stata costretta ad interrompere ogni rapporto con i nonni, con mio padre, con mia sorella.
Tante volte loro hanno cercato di vedermi, ma mia madre non ha mai ceduto.
Quando li vedeva sotto casa di solito chiudeva la porta e le finestre per far credere che non fossimo in casa, e qualche volta richiedeva anche l’intervento dei carabinieri per allontanarli.
Molte vicende tristi e complesse si sono succedute nel tempo.
Poi, due anni fa, ho scoperto che mio padre aveva sempre provveduto a me, che non si era mai rifiutato di pagare l’assegno mensile o una visita medica o i libri per la scuola, e che mia madre mi aveva sempre mentito.
In realtà lui non aveva mai smesso di cercarmi, né di pensare a me, ma le me lo aveva nascosto, e io sono cresciuta pensando che mio padre non mi amasse mentre invece mi aveva sempre voluto bene.
Appena mi è stato possibile me ne sono andata da casa per studiare e ho cercato un lavoro.
Negli ultimi due anni è cominciata per me una nuova vita, perché ho riallacciato i rapporti coi i nonni e con mia sorella, ma soprattutto perché ho scoperto il padre che non ho avuto, e ho scoperto di amarlo moltissimo.
Finalmente posso vivere con lui il rapporto tra padre e figlia a cui abbiamo dovuto rinunciare, un rapporto fatto di amore e attenzioni, in grado di darmi quel “senso di protezione”di cui io avevo disperatamente bisogno da bambina e che non ho mai potuto provare.
Oggi mio padre mi è vicino,appoggia ogni mia scelta,anche quella di trasferirmi all’estero,e mi sostiene in ogni momento.
Adesso so di poter coltivare i miei sogni e le mie aspirazioni potendo contare sull’affetto dei miei cari e per me questo rappresenta un traguardo importante;anzi, il più importante,perché la famiglia è il rifugio sicuro dove trovare sempre riparo e la ragione per cui lottare e risollevarsi, anche nei momenti più difficili.
I genitori che si separano non dovrebbero far ricadere sui figli le tensioni che esistono fra loro; ma quando l’odio,la frustrazione e il desiderio di vendetta hanno il sopravvento, i figli vengono invece coinvolti in situazioni per loro difficilissime da affrontare e che li segneranno pesantemente,perché i traumi emotivi vissuti nell’infanzia e nell’adolescenza influenzano la formazione del carattere di una persona e il suo modo di affrontare la vita, e superare questi traumi a volte può essere davvero difficile.
Quando una relazione è davvero finita e la separazione è l’unica possibilità che rimane, la principale preoccupazione di un genitore dovrebbe essere quella di tutelare il proprio figlio da ogni sofferenza,metterlo al riparo dall’odio e dai rancori fra gli adulti perché possa sentirsi sempre amato e protetto, anche in un momento tanto delicato,e non sia costretto a crescere precocemente.
Regalare a un figlio la libertà di essere figlio è il più grande gesto d’amore che un genitore possa fare.

 

Mauro Lami Con i loro occhi

I figli raccontano la storia della separazione dei genitori e le emozioni che hanno vissuto e che stanno vivendo attraverso interviste o sceneggiature di fatti accaduti realizzate dall’Associazione Papà separati Liguria.
Tra le voci narranti anche alcuni papà che hanno vissuto la separazione dei propri genitori e oggi sono coinvolti nella separazione della loro coppia. Occorre ascoltare il punto di vista dei ragazzi e delle ragazze per capire che cosa sia il superiore interesse del minore in nome del quale si consumano le infinite battaglie dei genitori nelle aule dei Tribunali e tra le mura di casa.

Con scritti di Chiara Borghi Serena Bronda Raffaella Butturini Ilaria Caprioglio Maria Cristina Castellani Fabrizio Fratus Rosa Elisa Giangoia Marco Miano Samuele Rapallo Marcello Zagaria Trascrizioni, elaborazioni e interviste di Paola Bruzzone

230 PAGINE • Brossura
ISBN 978-88-8163-894-9
Rif.: E201612

ERGA EDIZIONI GENOVA 2016

 

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