Negare la PAS mette a rischio le donne – Linda J. Gottlieb

Lo scopo di una diagnosi non è solo quello di stabilire con certezza quando la sindrome è presente. E’ anche quello di individuare i casi in cui la sindrome NON E’ PRESENTE. Una diagnosi infatti è fondata sul riconoscimento della presenza di sintomi chiaramente ben definiti che producono un significativo disagio mentale, psicologico, cognitivo o fisico.

In assenza di questa base sicura per la diagnosi, il valutatore non sarà quindi in grado di stabilire quando la sindrome NON E’ PRESENTE: questo significa che le donne che sono falsamente accusate di aver indotto l’alienazione non hanno modo di difendersi contro questa falsa accusa.

Io personalmente sono stata in grado di scagionare diverse madri che erano state falsamente accusate di alienazione parentale, perché avevo la capacità e la conoscenza per fare questa valutazione.
Tuttavia la maggior parte dei professionisti non hanno alcuna idea dello schema interazionale familiare tipico della PAS, che fin dagli anni cinquanta la psichiatria infantile denominava “il triangolo perverso o patologico”. Comprendere e riconoscere questo schema familiare disfunzionale – cioè la cooptazione di un figlio da un genitore allo scopo di escludere e denigrare l’altro – è la base della formazione dei terapeuti familiari che devono conoscere ben le dinamiche familiari.

Purtroppo, NESSUNA ALTRA MODALITA’ DI FORMAZIONE è adatta a preparare i terapeuti alla comprensione delle dinamiche familiari. E la terapia familiare è conosciuta solo da una piccola parte dei professionisti. Questo è il motivo per cui è essenziale che la diagnosi di PAS sia aggiunta al DSM5. Almeno così ci sarà uno strumento utile da consultare per i professionisti privi di formazione nel campo della terapia familiare quando dovranno decidere se diagnosticare o escludere la PAS nei singoli casi concreti.

Poiché le false accuse di violenza domestica sono una delle tattiche di alienazione più frequenti, molte donne che sono veramente vittima di violenza domestica sono in difficoltà nel provare le loro accuse perché non c’è un criterio standard per escludere la PAS, e quindi per distinguere il loro caso dai casi di false accuse di violenza domestica. Tra l’altro, anche gli uomini sono vittime di violenza domestica da parte delle loro partner. La società tende a minimizzare questo fenomeno perchè gli uomini sono troppo imbarazzati nel rivelare di essere vittime di violenza domestica.

L’altro caso in cui le madri sono vittimizzate con severità sproporzionata rispetto ai padri è quando sono vittime della PAS. Questo perché le donne in genere non hanno le risorse economiche per pagare gli avvocati nei processi che ne conseguono. Questo è uno svantaggio estremo per le madri. Chi intendesse mettere in dubbio che le madri sono vittime di questo schema interazionale familiare distruttivo consciuto come PAS o triangolo patologico deve solo leggere il mio libro, che racconta la traumatica saga di otto madri vittime della PAS o può contattarmi per avere i nomi di molte altre madri che hanno cercato il mio aiuto dopo la pubblicazione del mio libro. E quando una madre perde l’affido del figlio, deve confrontarsi anche con l’umiliazione sociale del dover rispondere a domande del tipo “che cosa hai mai fatto perchè ti capitasse questo?”

Se siamo onesti con noi stessi e vogliamo veramente proteggere i bambini dagli abusi, dobbiamo riconoscere che ci sono donne e uomini che fanno false accuse di PAS e false accuse di violenza domestica. E dobbiamo riconoscere che sia le donne che gli uomini sono vittime della PAS e della violenza domestica.

Fonte:  http://www.endparentalalienation.com/End_Parental_Alienation/DENIAL_of_the_PAS_places_WOMEN_at_RISK.html

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