L’Alienazione Parentale va considerata un crimine? – Dr. Ludwig F. Löwenstein

Riassunto
Questo articolo considera il processo di alienazione di un genitore contro l’altro genitore una forma di “abuso emotivo” non diverso da atti quali l’abuso sessuale, fisico oppure l’assenza di cure per un bambino. L’alienazione dei bambini il più delle volte è causata dal genitore che detiene la custodia, per vendetta contro il genitore che non la detiene, un comportamento questo indotto dal divorzio o dalla separazione. La maggior parte dei genitori che detengono la custodia sono le madri e le vittime dell’alienazione sono i padri. Ma può essere anche il contrario quando è il padre a detenere la custodia piuttosto che la madre. L’autore dello scritto suggerisce le decisioni che dovrebbero essere prese dalla Magistratura per correggere questo crimine. La soluzione proposta è cambiare la custodia attribuendola al genitore che non abusa emotivamente del bambino.

L’Alienazione Parentale dovrebbe essere considerata un crimine?

La psicologia considera l’alienazione parentale o la sindrome da alienazione parentale (SAP) un crimine e dovrebbe venir trattato come tale. Il lettore potrà farsi un’idea sulla base dell”evidenza fornite qui che l’alienazione parentale esiste in realtà e che deve essere considerata come un reato. Dovrebbe essere trattata come l’abuso fisico, sessuale e la mancanza di cura per il bambino. È un sintomo di criminosità. La domanda è: perché oggi l’alienazione parentale non viene considerata come un reato? Infatti l’alienazione di un bambino da parte di uno dei genitori contro l’altro genitore è nella migliore ipotesi da considerarsi un segnale di abuso emotivo e nella peggiore una patologia psicologica o un atto criminoso.

Non è diverso dal rapimento di un bambino verso una residenza straniera al fine di ostacolare contatti durevole col genitore non residente. Il più sottile ma ugualmente dannoso effetto di indottrinare un bambino affezionato contro un altrettanto affezionato genitore non dovrebbe venir approvato da una società che ritiene di credere nella giustizia. Nonostante creda fermamente in tali ideali il nostro sistema giudiziario sembra non far nulla oggi per correggere tale ingiustizia. Le ragioni di questa carenza del sistema giudiziario vengono presentate qui, ma non sembrano convincenti.

Correggere tali ingiustizie sarebbe in primo luogo nel miglior interesse dei bambini e della futura società in cui vivranno e metterà a disposizione del genitore responsabile l’opportunità di avere un ruolo importante nella vita del bambino. L’alienatore a causa del suo odio per l’altro genitore mostra poca o nessuna preoccupazione per quello che è essenziale per il bambino: due genitori che amano, che fungono da guida e che sono responsabili. In questo modo si sta sacrificando il benessere emotivo del bambino con una mancanza totale di sensibilità o di empatia.

Questo perché il bambino è ostacolato nell’interazione con un genitore che è stato e potrebbe continuare ad essere vitale per il suo futuro sviluppo. Questa situazione non fa solo effetto sul bambino e sull’altro genitore, ma indica anche che al momento attuale la maggior parte dei genitori che detengono la custodia sono madri, mentre i padri generalmente non detengono la custodia dei loro bambini (a 15% dei padri viene accordata la custodia esclusiva mentre in passato questo dato si situava al 5%), (Levy, 2006).

Come agire con il problema dell’Alienazione parentale

In primo luogo, il crimine commesso da un genitore che aliena deve essere riconosciuto per quello che è. È il crudele lavaggio del cervello di un bambino vulnerabile contro un genitore amorevole. Spesso il bambino ha avuto in passato una relazione calda e amorosa con il genitore ora assente. Col tempo tuttavia l’amore del bambino per il genitore assente si tramuta in odio e in indifferenza. Questo può essere solamente dovuto a un alienatore manipolatore che ha fatto con successo il lavaggio del cervello al bambino. Il risultato è un bambino arrabbiato che desidera non avere o averne poco contatto con il genitore che non detiene la sua custodia. Se avviene un contatto questo è nella forma di lancio di insulti mantenendo così la lealtà verso il genitore alienante. Che è di per sé un’ingiustizia. Questo compromette la vita del bambino di modo che ora il genitore ingiustamente odiato rimarrà tale per anni. Il bambino alienato, che è diventato un adulto, si sentirà in età più avanzata considerevolmente in colpa per le sue azioni, specialmente se quel genitore è deceduto (Gordon, 1998). Di fatto alcuni bambini che rimangono succubi e coinvolti col genitore alienato (qui secondo me andrebbe meglio “alienante”) nell’età adulta potranno essere a rischio di ricreare l’alienazione parentale coi propri figli. Baker (2005a) descrive risultati simili. Lei segnala il caso di due madri che erano state alienate contro il proprio padre, che susseguentemente hanno perso i propri figli, essendo le loro madri ad aver ricevuto la custodia dei nipoti (da controllare se fa senso). Altri casi vengono presentati, tutti tragici nelle conseguenze di quando un genitore viene alienato contro un bambino e questo qualche volta produce il suicidio del genitore calunniato.

Questo accade anche con bambini alienati che in tarda età commettono suicidio per senso di colpa conseguente al passato rigetto dell’amato genitore alienato. Questi tragici risultati possono sembrare estremi, però avvengono. La personalità e lo sviluppo emotivo in età adulta di questi bambini sono stati danneggiati seriamente. È perciò di vitale importanza agire presto nel processo di alienazione e sull’alienatore con misure decisive che soventemente intendono coinvolgere la Magistratura che cooperi con le conclusioni di un perito psicologo / psichiatra.

Solamente la Magistratura può attraverso la sua opportuna azione prevenire il crimine di un genitore che lava il cervello del bambino vulnerabile contro il genitore assente e debole. Deve sempre seguire una procedura giudiziaria quando gli accertamenti psicologici e il trattamento falliscono nell’intento di realizzare un solo ed equo buon esito. L’esito deve aver come effetto in entrambi i genitori che sia data precedenza alle necessità del bambino. Quali sono queste necessità? Sono che entrambi i genitori dovrebbero essere coinvolti a incoraggiare il bambino ad avere un buono contatto amoroso con l’altro genitore.

Cosa crea questo nel bambino? Crea un sentimento che è del tutto giusto amare entrambi i genitori e trarre profitto dal calore umano, dal piacere e dall’assistenza che deriva da entrambi i genitori piuttosto che da un unico genitore. Questo è l’ideale verso il quale le famiglie, la società e la Magistratura dovrebbero aspirare al fine di avere un beneficio per il bambino e per il futuro adulto.

Fare in contrario deve essere considerato contro un bambino e compromettere il futuro di tale bambino. È evidentemente anche un crimine contro un genitore che desidera essere coinvolto nella vita del suo bambino e viene privato dal poterlo fare, a causa dell’ostilità di un genitore contro l’altro. Tale ostilità può essere contrattaccata bene dalla Magistratura che usa sanzioni, minacce ed eventualmente punizioni contro il genitore oltraggioso, inclusa la rimozione del bambino dal controllo del genitore abusivo. Questo potrebbe condurre simultaneamente a un cambio di custodia del bambino al genitore ingiustamente alienato.

Ci sono chiaramente eccezioni nei casi in cui un genitore ha dimostrato di essere un cattivo genitore verso il bambino ed ha abusato fisicamente, mentalmente o sessualmente di lui. Il bambino ha bisogno di protezione contro un genitore di questo genere e rimane alla Magistratura la decisione di quello che deve accadere se e quando c’è la prova di tale abuso e non solo un’accusa. Molti genitori che detengono la custodia come parte del processo di alienazione, dichiareranno che l’abuso sia avvenuto mentre non è accaduto. Questo è molto dannoso per il genitore assente e anche per il bambino, credere che egli sia stato abusato da uno dei suoi genitori. Questo comunque viene spesso usato dal crudele genitore che detiene la custodia come una manovra contro il genitore assente per ostacolare il contatto con quel genitore. In modo analogo la violenza domestica o l’abuso oppure il potenziale abuso viene inoltre usato per cancellare un genitore, fatto dovuto all’implacabile ostilità durante un divorzio o una separazione astiose. Questa viene spesso utilizzata come una potenziale arma contro il genitore assente.

Quali sono i problemi nel prendere decisioni del genere: rimozione del bambino dalla custodia parentale

C’è il dubbio che sorgeranno difficoltà nell’eseguire una azione giustificata come questa. Il bambino si opporrà probabilmente a lasciare l’orbita del genitore alienante. È probabile che il bambino non sia consapevole di com’è stato manipolato (abusato) da un genitore che vuole fare male, se non cancellare l’altro genitore, amorevole e innocente. Quando ciò accade, non è mai nel miglior interesse del bambino.

È probabile che il bambino obietti con veemenza nell’essere trasferito dall’altro genitore che frequentemente è stato demonizzato dall’alienatore. Si deve ricordare che il bambino è un pegno nell’animosità in corso che l’alienatore esprime verso il genitore assente. Il bambino è stato sotto il controllo totale del genitore alienante. Il bambino si è identificato perciò totalmente con l’alienatore. Il genitore alienato ha poca o nessuna opportunità per ostacolare o contrattaccare le influenze dell’alienatore. Inoltre il bambino al quale sembra aver perso un genitore teme di perdere anche l’altro. È per questa ragione che il bambino darà una lealtà totale al genitore alienante ed eviterà e demonizzerà ingiustamente il genitore assente. È di questo fatto del quale la Magistratura deve essere consapevole.

L’unica soluzione a questo problema è la consapevolezza del fatto che le visioni del bambino sono basate sull’ingiustizia commessa dall’alienatore di marginalizzare totalmente o nel tentativo di marginalizzare il genitore assente. Il bambino si è identificato col punto di vista dell’alienatore perché non c’è stata altra influenza dal genitore ora assente o un’altra voce potente che contrattacchi tali influenze. Si deve ricordare che il bambino ha il diritto di avere una buona relazione con entrambi i genitori e che ciascun genitore deve fare tutto il possibile per incoraggiare questo. Il bambino non può decidere o prendere decisioni che siano giuste. Il bambino può per contro chiedere di non avere contatto col genitore assente perché la sua mente è stata avvelenata. Il bambino crede di avere solamente un buon genitore e che l’altro genitore sia cattivo quindi deve venir marginalizzato.

Questo succede quando il bambino va di malavoglia all’incontro con il genitore assente e fa commenti arrabbiati e abusivi all’indirizzo di quella vittima ingiustificata che è il genitore assente. Il bambino rifiuterà perciò spesso il contatto sapendo che questo è il desiderio dell’alienatore. Il bambino avrà un contatto riluttante con il genitore ingiustamente demonizzato. Questo è il modo di fare dell’alienatore che cercherà ogni possibile modo per ostacolare il buon contatto del bambino col genitore assente. Quando questo contatto è dovuto, il genitore alienante propinerà al bambino piaceri desiderabili che si dovranno svolgere durante il tempo del contatto col genitore assente. Il bambino può respingere una gita al posto di incontrare il padre / madre assente?!

È probabile che la Magistratura veda in maniera differenziata la situazione che dal punto di vista di un esperto in materia di alienazione parentale. Il giudizio giuridico sarà frequentemente basato su quanto il bambino sembri voglia che accada, o su quanto egli dice! La Magistratura può considerare che le visioni del bambino hanno bisogno di essere rispettate senza cercare necessariamente sotto la ragione che spinge il bambino a rigettare il contatto col buon genitore.

La Magistratura continuerà più frequentemente ad assegnare il bambino al genitore alienante piuttosto che rimuoverlo dalle cattive influenze di quel genitore. Il bambino è visto come avente “diritto” di prendere tali decisioni quando di fatti la decisione del bambino di rigettare il genitore alienato è basata sulle influenze abusive dell’alienatore ostile. Solamente un testimone competente (uno psichiatra o uno psicologo) può produrre l’evidenza alla Corte perché il bambino desidera evitare e addirittura cancellare un buon padre o una buona madre dalla sua vita.

La Magistratura necessita decidere quale genitore è nella realtà migliore per l’allevamento del bambino. È l’alienatore che non desiste dal processo di alienazione o è l’ingiustamente respinto genitore che non detiene la custodia e che non ha fatto nulla per meritare tale rifiuto?

Una Magistratura equa e giusta dovrebbe preferire di non ricompensare mai l’ingiustizia. Questo è incurante delle difficoltà nel rimettere nell’ordine giusto le questioni. Una Magistratura equa e giusta, incurante dei desideri indottrinati del bambino dovrebbe rendere giustizia al genitore sacrificato e alienato che cerca veramente di comportarsi nel migliore interesse del bambino al momento attuale e nel futuro, non praticando un comportamento emotivamente abusivo.

Quel genitore avrà inizialmente grandi difficoltà nel relazionarsi col bambino alienato. Il bambino dovrebbe venir assistito e aiutato con una terapia, onde permettergli di riconoscere che ha subìto un abuso da un genitore nel quale egli ha avuto ciecamente fiducia. Questo sarà in se stesso difficile a causa del forte affetto del bambino per il genitore alienante. Il bambino deve accettare che quello che gli è stato insegnato sul genitore assente è totalmente falso e ingiusto. Il bambino deve accettare che è stato ingannato al tempo in cui era estremamente vulnerabile alle influenze negative riguardo al genitore assente.

È il genitore che non pratica abuso emotivo che dovrebbe avere la futura cura e custodia del bambino. È questo genitore, piuttosto che l’alienatore, che è capace di agire nel migliore interesse del bambino non alienando mai quel bambino contro nessuno. Tale genitore merita giustizia. L’alienatore ha commesso un delitto attraverso l’abuso emotivo al quale il bambino è stato sottoposto. Dopo essere stato avvertito debitamente per fermare tale abuso e aver ricevuto le dovute cure, l’alienatore può essere riabilitato come un genitore degno dato che il genitore incoraggia il bambino ad avere un buon contatto col genitore assente. Se tale cura o le minacce falliscono, il genitore alienante dovrebbe essere trattato come qualsiasi criminale e dovrebbe ricevere una punizione per il crimine da lui commesso riguardo al bambino e anche riguardo al genitore alienato. In tale caso al genitore alienato e abusato dovrebbe automaticamente venir accordata la custodia del bambino.

Bibliografia

Baker, A.J. (2005a). Gli effetti a lungo termine dell’alienazione parentale su bambini adulti: uno studio di ricerca qualitativo. American Journal of Family Therapy, 33(4), 289-302.

Gordon, R. M. (1998). Il complesso di Medea e la sindrome di alienazione parentale: quando

le madri danneggiano l’abilità delle loro figlie di amare un uomo. In G. Fenchel (Ed.), La relazione madre e figlia: eco attraverso il tempo (pag. 207-225). Northvale, NJ: Jason Aronson, Inc.

Levy, D. L. (2006). Il bisogno di consapevolezza pubblica e di legislatori per rispondere alla PAS: una forma trascurata di abuso infantile. In R. Gardner, S.R. Sauber, D. Lorandos (Eds.), Il manuale internazionale di alienazione parentale: considerazioni concettuali, cliniche e legali. Springfield, Illinois: Charles C. Thomas

Fonti:
1. www.agna.ch (traduzione italiana)
2. http://www.parental-alienation.info (originale in inglese)

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