(Fonte: www.laleggepertutti.it) L’alienazione parentale è tra i temi più dibattuti nell’ambito di separazione, divorzio e affidamento dei figli. Secondo una recente sentenza della Cassazione, la n. 26810/2011, il comportamento del coniuge affidatario che strumentalizza il rifiuto del minore di vedere l’altro genitore, non favorendo così le visite stabilite dal giudice, costituisce reato. L’alienazione parentale è prodotta da una “programmazione” dei figli da parte di un genitore (genitore alienante), attraverso l’uso di espressioni denigratorie, false accuse di trascuratezza, violenza o abuso, riferite all’altro genitore (genitore alienato). La costruzione di una falsa realtà familiare di terrore e vessazione genera nei figli profondi sentimenti di diffidenza e odio verso l’altro genitore.
I figli diventano dipendenti dal genitore alienante ed iniziano ad appoggiare la sua visione della realtà. Questa strumentalizzazione arriva a distruggere la relazione fra figli e genitore alienato. Nei casi più gravi, i minori arrivano a rifiutare qualsiasi tipo di contatto, anche semplicemente telefonico, con il genitore alienato. Per saperne di più, ho avuto il piacere di intervistare l’Avv Margherita Corriere, Presidente AMI (Associazione Matrimonialisti Italiani) Sez. distr CZ.
(Intervista di Denise Ubbriaco, Fonte/Credits: www.laleggepertutti.it)
Nell’ambito di separazione e divorzio, spesso i figli diventano strumento di contesa. Parliamo di alienazione parentale. Quanto è importante per la crescita del minore l’applicazione del diritto alla bigenitorialità?
“La separazione tra due coniugi è certo un evento traumatico sia per la coppia genitoriale che per la prole: conduce a dei cambiamenti a vari livelli, affettivi, sociali, economici, emozionali. È questo il momento in cui i genitori devono evitare di cadere nella trappola della conflittualità e aver cura dell’autentico “interesse preminente dei propri figli”, proteggendoli da potenziali effetti laceranti, impegnandosi per il loro bene, mantenendo un equilibrato e sereno rapporto parentale. Purtroppo non sempre è così; infatti ci sono diversi casi nei quali uno dei due genitori, in fase di separazione o divorzio, mette in atto un’aspra conflittualità nei confronti dell’altro, usando i figli come mero strumento di belligeranza, intessendo anomale alleanze con loro ai danni dell’altro genitore che “deve essere cancellato dalla loro vita”. In tali casi si aprono scenari molto pericolosi, soprattutto per il benessere dei minori, che hanno bisogno di entrambe le figure genitoriali per una loro sana crescita psicofisica e che, costretti emotivamente ed affettivamente a rinunciare ad uno di loro, si troveranno deprivati di una importante figura di riferimento. Nei casi più gravi si parla di alienazione genitoriale, che viene identificata come un “disturbo iurigeno”, consequenziale ad un contesto giudiziario molto conflittuale e controverso per l’affidamento della prole. A volte, si assiste al comportamento di un genitore manipolatore, il cui fine è quello di annientare il rapporto del figlio con l’altro genitore (definito “alienato”). Si opera l’indottrinamento da parte di uno dei due genitori che mette in atto, con il contributo attivo del figlio, una sorta di lavaggio di cervello finalizzata alla denigrazione dell’altro genitore e che conduce il minore a distaccarsi dalla realtà, ad alienarsi dagli affetti e a provare astio e disprezzo immotivato e costante nei confronti del genitore preso di mira. Studi molto importanti fanno rilevare come sia fondamentale per i figli avere sempre un sano e significativo rapporto con entrambe le figure genitoriali, in quanto la deprivazione di uno dei due genitori – come accade nei casi di alienazione parentale – provoca delle problematiche che possono condurre la prole a serie alterazioni della loro sfera affettivo-relazionale. Pertanto, è di vitale importanza per i minori poter usufruire di un concreto diritto alla bigenitorialità, avendo sempre accanto un padre e una madre che si prendano cura di loro, dando affetto, assistenza, cure, educazione e provvedendo ai loro bisogni morali e materiali.”
Quali sono le condizioni che favoriscono l’assoggettamento del minore al genitore alienante?
“Nei casi di alienazione parentale, i minori si costruiscono un’immagine negativa del genitore, perché patiscono un imprinting formativo in tale direzione costituito di un martellare continuo di commenti negativi, osservazioni sull’incapacità, sull’inettitudine e sulla colpevolizzazione di situazioni ed eventi causati dal genitore alienato, che viene pertanto rimosso e sminuito, oltre a divenire la ragione di tutti gli eventi negativi della famiglia. In tali casi, nei giudizi dei figli non sussiste ambivalenza, bensì tutto quello che è l’agito del genitore alienato è negativo, mentre il genitore alienante è perfetto e non sbaglia mai. Si desidera sottolineare, tra l’altro, che nei casi di alienazione il minore fornisce il suo personale contributo attivo alla campagna di denigrazione innescata dal genitore alienante.”
Il genitore alienante, in genere, strumentalizza il figlio per soddisfare le proprie esigenze. Quali sono le conseguenze giuridiche di questo comportamento?
“L’alienazione genitoriale è fenomeno che scaturisce dall’alto grado di conflittualità che si è innescato tra i genitori che si separano; in tali casi c’è che vuole farla pagare all’altro – ritenuto responsabile della crisi e della fine del rapporto – togliendogli ciò che di più prezioso può rimanere da quell’unione: i figli. E allora un coniuge giura “vendetta”, mettendo in atto quel programmato lavaggio del cervello che condurrà il figlio a escludere dalla sua vita e dai suoi affetti un genitore, che rappresenta invece una figura molto importante della e per la sua vita presente e futura. Le conseguenze giuridiche nei confronti di un genitore alienante, che sovente elude i provvedimenti del tribunale, pur di non far vedere i figli al padre, possono essere querele ex artt. 388 2° comma c.p. e anche ex art. 572 c.p. e relative condanne . Questo dal punto di vista penale; dal punto di vista civile si può richiedere ed ottenere ammonimento del genitore alienante che viola le modalità di affidamento condiviso, sanzioni, risarcimento del danno ed inversione del collocamento ed affidamento esclusivo, a seconda dei casi.”
Uno degli interrogativi principali su questo argomento è: quali sono i rimedi contro l’alienazione parentale?
“È importante accorgersene al più presto e stroncarla sul nascere al fine di ridurre i danni psicologici ed affettivi della prole; il migliore rimedio giuridico è garantire ai minori un autentico affido materialmente condiviso, in modo che il minore trascorra tempi paritetici nella quantità e nella qualità con entrambi i genitori e non si possa così favorire l’instaurazione di relazioni disfunzionali con uno di loro.”
Quando il minore rifiuta il genitore, in che modo si possono ricucire i rapporti? In che modo si possono stemperare le tensioni e disperdere le negatività dell’alienazione?
“Prima si prendono provvedimenti, minori e recuperabili saranno i danni che si arrecano alla prole. Purtroppo occorrono azioni tempestive, perché con il passare degli anni, quando il minore è prossimo alla maggiore età, è molto difficile poter ricucire un sano rapporto affettivo-relazionale con il genitore alienato.”
La giurisprudenza sembra essere concorde nel ritenere opportuno che il minore alienato debba essere tolto al genitore alienante, seppur riavvicinandolo gradualmente al genitore alienato. Qual è il suo pensiero a tal proposito?
“Sono d’accordo con tale giurisprudenza; infatti è fondamentale che la prole non subisca gli effetti negativi e l’influenza del genitore alienante e venga supportato da idonee figure professionali che lo aiutino ad instaurare un saldo rapporto affettivo con il genitore alienato e certamente una relazione sana con il genitore alienante.”
C’è una storia di alienazione parentale che vuole condividere con i nostri lettori?
“Ce ne sono tantissime, ma una in particolare mi è rimasta impressa, perché mi ha fatto constatare che un impegno professionale di noi avvocati specializzati e formati in tutela dei minori può essere di valido supporto alla prevenzione e tutela dello sviluppo emotivo-relazionale della prole. Nel caso specifico, si trattava di una separazione che scaturiva da un rapporto molto conflittuale di una coppia. La signora voleva farla pagare al coniuge per il suo tradimento non facendogli più vedere i figli e avrebbe preteso da me “una separazione feroce”. Dai suoi racconti, si capiva che aveva iniziato a martellare psicologicamente i figli contro il padre. In quel caso, poiché un avvocato prima che legale del cliente deve essere il difensore dei diritti fondamentali della prole, con pazienza e fermezza, in più incontri, ho fatto comprendere alla signora che bisognava salvare i bambini, che bisognava prendersi cura di loro che avevano necessità di contare sempre sull’affetto e le cure del padre e della madre. Ebbene la signora ha compreso quale era il vero bene dei figlioletti, ha capito che non doveva accanirsi contro il marito e siamo giunti ad una pacifica separazione consensuale che ha garantito principalmente l’autentico diritto alla bigenitorialità dei bambini.”
Qual è l’impegno dell’AMI nella tutela dei minori?
“L’impegno dell’AMI nella tutela dei minori è molto ampio ed infatti riteniamo la difesa e la salvaguardia dei loro diritti il nostro primo ed essenziale fine. E per fare questo – come dice Korczac – bisogna “elevarsi fino all’altezza dei loro sentimenti, stiracchiarsi, allungarsi, sollevarsi sulle punte dei piedi. Per non ferirli.”
Fonte/Credits: www.laleggepertutti.it
Margherita
Purtroppo io sono vittima di alienazione, mio marito è riuscito far in modo che i miei figli non mi parlino più, che mia figlia pensi addirittura che io voglia farle del male. Le conseguenze sono una 15enne che beve birra di nascosto fuma e non ha rispetto del proprio corpo. Io ho le mani legate, il mio avvocato dice che non si più far niente vista l’età dei figli, il marchi ha appena compiuto 18 anni, mi parla ha fatica e chiama solo quando gli serve qualcosa. Io gli ho lasciato tutto casa e soldi questo non è bastato. Continua a denigrare la mia persona davanti ai figli ed ai parenti.
Barbara
Margherita, solo chi è passato da questo dramma può capirti. Quello che voglio dirti è che forse non puoi far nulla a livello legale perché sono grandi, ma puoi fare molto, moltissimo altro.
Nessuno ti toglierà questo dolore, ma tu amati e circondati di persone e situazioni in cui stai bene. Fortificati e cerca il piu possibile di focalizzarti su te.e non sulle cattiverie che ti arrivano addosso. Questo ti darà la forza x fare piccoli passi, piccoli gesti verso i tuoi figli. Coraggio, se vuoi ci sono.
Una mamma
Kaspaerek
Ho in corso una storia di sottrazione e alienazione su un bambino di 6 anni.Avevo un bellissimo rapporto con mio figlio,L ha portato via e adesso a malapena vuole parlare con me a telefono.
E passato già un mese e ho potuto constatare che ne le forze dell ordine in particolare i carabinieri ne i presidenti dei Tribunali e il pm capiscono la situazione tantomeno il danno che si arreca al minore..
Una vera debacle della giustizia minorile e della salvaguardia psicofisica dei bambini..
Massimo musacchi
Sono un papà Alienato al 100% non vedo è non sento mia figlia da 14 anni, ultima volta che ho visto mia figlia aveva 22 mesi, la madre a chiuso qualsiasi rapporto con me, nessuna notizia , nessun numero di telefono, lo denunciata nel 2004 per sottrazione di minore all’ estero, ma la legge nulla a fatto per riportare mia figlia in Italia, poi nel 2006 la madre riporta in Italia mia figlia e si sposa con un avvocato di Genova ed ottiene l affido esclusivo , mentre per me nulla!! Da 14 anni combatto in tribunale, mia figlia mi odia è non mi cerca, io continuo a cercarla , tra pochi giorni farò querela contro la madre per Alienazione genitoriale, spero di avere Giustizia!!! Per me è mia figlia.
Luca
Padre alienato. Col sopraggiungere del divorzio, mia figlia di punto in bianco ha smesso di parlarmi, ha cominciato col dire che io non le voglio bene, che non mi occupo di lei, che sono egoista, pigro e quant’altro. E pensare che fino a due mesi fa era tutta baci e abbracci ed io mi occupavo di lei non meno di mia moglie. Ad ora è un mese e mezzo che non la vedo e non parlo con lei. La cosa grave è che avendo segnalato la cosa alla legale di mia moglie, questa nega tutto e dice che se mia figlia dice così è perchè quelle cose sono vere e pensate che questa avvocatessa è una che è trent’anni che si occupa di diritto di famiglia ed ha uno studio dei più rinomati. Io mi chiedo cosa serve l’Ordine degli Avvocati ed i vari codici deontologici se poi avvengono questi gravi abusi. E dico abusi perchè l’alienazione parentale è un abuso che si compie su un minore ed andrebbe sanzionato penalmente, qui invece abbiamo gli stessi avvocati che addirittura lo alimentano.
francesco
il reato di estorsione aggravata e continuata , tentato o consumato, prevede l’arresto obbligatorio in flagranza????? Anche in concorso????
quante volte questa frase “mi devi dare la meta’ della spesa altrimenti di faccio un decreto ingiuntivo……… e la fattura resta a me solo intestata e ne faccio ciò che voglio!”
e noi tutti padri separati abbiamo pagato per evitare una altra causa anche senza fattura!! ed al commercialista risultavamo ricchi contribuenti a nero e le donnine poverelle in detrazione al 100 di qualcosa che forse avevano sborsato la metà.
tecnica criminale del estorsione dietro vantaggio di IVA ,nessuno ha mai avuto indietro la differenza .
servono avvocati e giudici buoni ed anche poliziotti in grado di saper ricevere le notizie di reato e la PAS sparisce prima di ricevere un conio universitario.
il magna magna vuole interviste, libri, decisioni, processi lunghissimi, parcelle e la PAS pur restano un delitto alla vita continua la sua corsa verso gli inferi .
Carmela capurro
Mio figlio é vittima di alienazione , la moglie prima lo ha Imbrogliato facendogli firmare davanti ad un avvocato una separazione consensuale con affido Condiviso. Poi scoperto l amante é andata subìto a convivere con quest uomo e adesso la bambina che ha solo due anni e mezzora, non vuole piu vedere il padre . Cosa peggiore é che non si rende conto di cosa gli sta accadendo.É ancora traumatizzato dal tradimento.
Dabiele
Sono separato da luglio 2017. Ho sempre visto le mie figlie fino a quando nella loro vita e in quella della madre e comparso un individuo in forza alla polizia stradale di Riccione. A questo punto le visite alle bimbe sono cominciate a ridursi drasticamente. Nel frattempo ho avuto una restrizione nei Confronti della madre per querele inventate e di fatti a gennaio 2019 e stata revocata. Poi ho avuto un ulteriore denuncia dal poliziotto per investimento (mai successo) ed omissione di soccorso. In seguito sempre il poliziotto mi ha querelato ancora pet falsità indimostrabili. Questo ha ridotto ulteriormente la possibilità di vedere le bimbe. Mia figlia Greta ha 11 anni e al suo numero di telefono non mi risponde mai, tranne quando mi deve provocare parlandomi dell’amico che ormai è fisso in casa mia. C’è il tribunale ordinario, quello dei minori e quello per le querele…. Ed io non riesco più a vedere serenamente le bimbe da 5 mesi a questa parte. E quando stanno con me sembra un tiro al bersaglio nonostante io le. Dica di investire quel poco tempo che stiqmo insieme. Chiedo aiuto perché gli avvocati mi hanno chiesto un sacco di soldi.
Marlene
Sono la mamma di un bambino di 13 anni
NATO da una relazione finita
Senza nessun affido in tribunale
Mio figlio è cresciuto con me, fino a quando la mia depressione non ha preso il sopravvento ed io mi sono ammalata di artrite reumatoide
Quindi mi sono allontanata per una diagnosi con lunghi periodi di ricovero
Tempi in cui mi figlio stava con il padre per la prima volta.
Premesso questo bei 10 anni in cui lui viveva solo con me non ho mai vietato al padre di vedere il figlio, coinvolgendolo in tutto anche nelle gite al mare o in pranzi e cene a casa mia.
Ma già dal primo ricovero mio figlio era cambiato, sembrava totalmente disinteressato a me ed alla mia salute, oggi a tre anni da quel primo ricovero ho vissuto brevi periodi in cui i litigi tra padre e figlio si traducevano in temporanei ritorni di mio figlio a casa, momenti nei quali mi era impossibile fare la genitrice, e se mi permettevo di rimproverarlo o di punirlo lui ritornava dal padre.
Oggi mio figlio non vuole neanche parlarmi al telefono.
Da settembre2018 a gennaio 2019 mio figlio era tornato a vivere con me, voleva venire a vivere con me in un altra città, e avevame trascorso 15 giorni a Firenze con il mio nuovo compagno, si era trovata la scuola, si erano stabilite delle regole una tra queste il limite di usare il cellulare ma ritornati a Palermo, e chiedendo di continuare a rispettare quelle regole ha chiamato il padre ed è ritornato da lui, ed io continua a cercare di chiamarlo, ma nulla nonostante sia io a pagare il suo cellulare e relativa scheda abbonamento.
La mia decisione di ricominciare una vita serena, all’insegna di un nuovo lavoro e un po’ di pace dopo tanti anni di buia depressione mi spingono a ad andare avanti e trasferirmi, ma tante sono le paure e le angosce che vivo,
Tra quelle pratiche il mio cambio di residenza, poiché mio figlio ha ancora la residenza a casa mia ed è ancora nel mio stato di famiglia e ovviamente il più grave è il mio aspetto affettivo che causa momenti di angoscia che talvolta non mi permettono di razionalizzare ciò che accade, non so come muovermi legalmente e subisco la paura di procurare a mio figlio solo più male.
Vorrei avere più coraggio e una situazione economica adeguata per muovermi invece di sentirmi impotente ed alienata.
Grazie se in qualche modo potete darmi una linea su cui posso agire, il mio compagno vive ogni giorno i miei disagi ma è sempre lì a dirmi andiamo da un avvocato ma ho paura che questo faccia ancora più male a mio figlio. Distinti saluti nella speranza di un vostro aiuto.
batman
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Patrizia
Buongiorno. Siamo tanti. Genitori così detti “alienati”. Mio figlio è stato manipolato dal padre e ora vive con lui. Da quando aveva 12 anni ha deciso di chiudere ogni rapporto con me e con tutta la mia famiglia compresi cugini, zii e nonni. Ora ne ha 18, a nulla sono servite le mie lettere, i miei viaggi a casa sua, a nulla!!! La mia
storia è lunga e vedo che quasi tutte le nostre storie coincidono. Guerre inutili in cui i trofei sono figli altrettanto alienati. Ma l’amore, quello vero, quello che anche quando finisce non pugnala nessuno, semplicemente rispetta, dove è finito? Oggi la vera terza guerra mondiale è questa: la guerra dei Roses, per una manciata di niente. Figli, vi auguro di superare tutto ciò indenni e di insegnare ai vostri, di figli, che l’amore è altro.
Patrizia
Simona Borelli
I miei figli di 18 e 15 anni non vogliono vedermi.. Non ho possibilità di patlare con loro plagiati dal padre… Mi hanno bloccata ovunque ed il grande mi ha anche fatto un esposto xche io lo cercavo continuamente.. Cosa posdo fare?
Chicca
Sono una madre alienata. Ho letto l’intervista all’Avv. Margherita Corriere. Anche io ho provato a parlare con l’avvocato del padre dei miei figli per fargli capire l’importanza di non usare i ragazzi per i propri scopi vendicativi ma poi ho scoperto che l’avvocato stesso era l’amante del mio ex marito. Sforzi inutili e devastanti. Mi dispiace doverlo scrivere ma non ho fiducia nella legge e nella giustizia che non ha tutelato i figli e che ha permesso il completo devastamento dei ragazzi. Saluti.